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Angelo Tripodi tranchant: "D'Amato è un candidato impresentabile"

Francesco Storace
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«Impresentabile».
Come? Chi è impresentabile? È netto Angelo Tripodi, capogruppo della Lega alla Pisana nei cinque anni scorsi. Il suo giudizio è sul candidato della sinistra alla guida della Regione Lazio, Alessio D'Amato.
«Sì, è incredibile che si presenti di nuovo al cospetto dell'elettorato, dopo quasi trent' anni di presenza - tra consiglio e giunta - in quelle stanze. Con una sanità che ci presenta il conto di scelte disastrose».

Eppure, c'è chi ne parla bene.
«Lo dicano ai malati che aspettano i tempi enormi nelle liste d'attesa, al territorio che si è visto cancellare i servizi e nonostante questo paghiamo le tasse più alte d'Italia».

Ma D'Amato dice che è colpa del centrodestra.
«Faccio un esempio, che tarda ad essere messo in rilievo. Pochi raccontano che il debito precedente - maturato in trent' anni dal 1970 e non in cinque anni - lo "risanano" con altro debito».

Spieghiamolo bene.
«C'è un maxi debito di cui nessuno parla. Ad esempio, il mutuo stipulato nel 2013 dalla giunta Zingaretti con lo Stato attraverso il decreto legge 35: circa 10 miliardi euro. Insomma la Regione Lazio, attualmente in esercizio provvisorio come nel 2018, dovrà onorare il proprio debito con 325 milioni di euro a carico del bilancio per una trentina d'anni».

E con le tasse per la sanità che ci hanno fatto?
«La Regione Lazio ha speso male l'extragettito derivante dal Piano di rientro, che ha comportato la maggiorazione delle aliquote.
Lo ha messo nero su bianco la Corte dei Conti che ha richiamato più volte la giunta Zingaretti a ridurre le addizionali Irpef 0,50% e Irap 0,92% definendola una "strutturale" anomalia come fonte di finanziamento. Basti pensare che circa 340 milioni di euro sono spesi a favore dei trasporti su quasi 754 milioni di euro di extragettito. Il resto viene speso per altre finalità, invece di finanziare la sanità del territorio che è ormai inesistente nel Lazio. Francesco Rocca, il nostro ottimo candidato alla presidenza della regione, troverà una situazione di bilancio disastrosa, altro che le chiacchiere di D'Amato e della sinistra».

Per non parlare delle mascherine di Zingaretti...
«Non mi meraviglia la spesa di un milione di euro al mese per le mascherine in magazzino da parte dell'ex commissario Arcuri. Nel Lazio dobbiamo ancora recuperare i fondi erogati delle mascherine fantasma. Abbiamo rincorso Zingaretti per oltre due anni: Ecotech ha restituito 1 milione e 746mila euro e ha consegnato 2 milioni di chirurgiche a fronte di 16.655.600 euro di anticipi. La società ha presentato un piano di rientro, sbandierato dalla Regione, di 13.520.000 euro. A cui vanno aggiunti 10mila euro di penale per ogni giorno di ritardo previsti negli ordini sottoscritti da Tulumello, le cui revoche sono giunte dopo 27 giorni per due forniture e 34 giorni per la terza. Un altro fornitore, l'Internazionale Biolife, ha ricevuto 4.960.000 euro di anticipo per due commesse, per le quali sono state applicate penali per 2.740.000 euro. Gli anticipi e le penali sugli altri fornitori? Ballano tanti milioni di euro».

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