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Stefano Bonaccini, "Porte aperte". Chi imbarca: suicidio politico

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"Porte aperte a tutti". Quello di Stefano Bonaccini potrebbe essere un gesto estremo per arginare la rivale Elly Schlein, ma pure il suo suicidio politico. Il governatore dell'Emilia Romagna e candidato favorito alle imminenti primarie del Pd (sfiderà, oltre alla sua vice Schlein, anche Paola De Micheli e Gianni Cuperlo), intervistato dalla Stampa parla esplicitamente in un ritorno nel partito di due grandi vecchi, PierLuigi Bersani e Massimo D'Alema, artefici della scissione anti-renziana. "Bersani e D’Alema? Porte aperte a tutti, a chiunque voglia rientrare - spiega -. Dobbiamo riscoprire la vocazione maggioritaria che è il contrario dell’autosufficienza: le alleanze sono indispensabili, ma o le fai da una posizione di forza oppure viene a mancare la ragione stessa della nostra esistenza: perché noi siamo nati per essere un grande partito, non un partito irrilevante".

 

 

 

Sul rischio che invece diventi irrilevante questo Pd in caduta libera nei sondaggi, il governatore emiliano non chiede sconti al destino. "Non bisogna esaltarsi quando va bene o deprimersi quando va male. La storia ci dimostra che dalle vette si scende rapidamente, è successo a noi dal 2014, alla Lega e ai 5 Stelle. Ma sono convinto che ci sia molta più gente di quanto non si pensi disposta a votare un Pd tonico, con proposte convincenti e con una classe dirigente nuova. Così come non è scontato che non si diventi irrilevanti". Di errori ne sono stati fatti, "come regalare milioni di voti di partite Iva alla Meloni", chiosa Bonaccini, e impiegare mezzo anno per votare un leader: "Se divento segretario cambieremo i tempi, non è tollerabile stare sei mesi a fare un congresso". 

 

 



Dalle colonne di Avvenire, invece, l'aspirante segretario disegna il "suo" partito: "Dobbiamo batterci per ridurre le disuguaglianze e le distanze sociali e territoriali, Questa è la missione della sinistra e il Pd deve tornare a essere un baluardo del diritto al lavoro buono, di quello alla salute e all'istruzione, della lotta al cambiamento climatico, tenendo insieme lavoro e ambiente". E ancora: "La sfida delle Europee sarà senz'altro decisiva, perché ci contrapporremo al sovranismo urlato ma inconcludente della destra che rischia solo di isolare l'Italia". I militanti, rivela, gli dicono sempre: "Smettetela di litigare, non ne possiamo più. Hanno ragione, sono stufo anche io. Io voglio discutere dei problemi degli italiani. E chiedo a tutti di dare una mano: lo chiederò anzitutto a Elly, Paola e Gianni. Se prevarrà uno di loro, farò altrettanto". Quanto agli assetti interni, Bonaccini osserva che "credo sia normale che dopo tante sconfitte si possa fare un passo di lato, per consentirne uno avanti a un nuovo gruppo dirigente. Non c'è alcun fatto personale, ma io cambierò la squadra da cima a fondo".

 

 

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