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Ghisleri, Sanremo e il sondaggio: un boomerang politico?

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La presenza di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo potrebbe diventare un pericoloso boomerang politico, anche per il governo. In un intervento su La Stampa, Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia Research, mette in luce sondaggi in mano le possibili ripercussioni del video-collegamento del presidente ucraino, già contestatissimo e divisivo pure all'interno della maggioranza di centrodestra.

 

 



La sondaggista sottolinea due fattori da non sottovalutare, anche per il governo. Il Festival è "lo spettacolo nazional-popolare per eccellenza" e dunque notevole "specchio" di cosa pensa la pancia degli elettori. Secondo punto: quella stessa pancia sta dimostrando sempre maggiore insofferenza per la linea filo-Kiev e filo-Nato dei governi italiani (Draghi prima, Giorgia Meloni oggi) e per la fornitura di armi all'Ucraina senza soluzione di continuità. Fratelli d'Italia si è schierata fermamente sia per la partecipazione di Zelensky all'Ariston sia per la fornitura di armi al Paese invaso dai russi. Da qui, la facile deduzione del rischio. 

 

 

 

"Pacifisti anni 90, filo-putiniani, intellettuali 'reazionari', atlantisti, governisti, polemisti... Sono in molti a dibattere sul tema proprio perché la kermesse ha sempre avuto un'audience veramente importante", sottolinea la Ghisleri. I sondaggi realizzati per Porta a porta non mentono: "Gi italiani in maggioranza sentono il conflitto russo-ucraino lontano (78,2%) con una percentuale superiore a quella di metà dicembre. Nei cluster analizzati solo i giovani tra i 18 e i 25 anni si differenziano nelle risposte: il 15,8% sente vicine le ostilità della guerra rispetto all'8,2% del dato nazionale, mentre il 51,2% le sente prossime e ben il 33% non ha saputo offrire una valutazione.

 

 

 

Nei dati si conferma quella tendenza che perdura dai primi mesi delle ostilità in cui gli italiani continuano a mostrarsi in maggioranza contrari all'invio delle armi all'Ucraina (52%). Questo trend non ha mai presentato una singola inversione". Schierarsi su posizioni opposte è logico, dal punto di vista geopolitico (l'Italia fa parte della Nato e uscire dall'Alleanza atlantica è semplicemente inimmaginabile), ma potrebbe risultare controproducente da quello elettorale. E i distinguo su Zelensky a Sanremo sono una sfumatura di questo ragionamento.

 

 

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