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Piantedosi guarda il telefono, Provenzano dà fuori di testa: raptus in aula

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Giornata di fuoco in aula alla Camera, dove Matteo Piantedosi ha tenuto la sua informativa sulla strage di Cutro, il naufragio della barca di migranti in cui hanno perso la vita 72 persone, un bilancio destinato a crescere ulteriormente, poiché non è chiaro quanti siano i dispersi.

Per la disgrazia, è finito nel mirino Matteo Piantedosi, accusato dalla sinistra di aver di fatto "permesso" la strage. Si pensi alla Stampa, che ha titolato sulla strage di Stato, concetto ribadito da Giuseppe Provenzano - vicesegretario del Pd e vicinissimo ad Elly Schlein - proprio in aula a Montecitorio nel corso delle repliche al ministro.

Da par suo, alla Camera, Piantedosi ha ribadito come da Frontex non si arrivato alcun allarme. E ancora, ha aggiunto di essere dispiaciuto per il fatto che alcune sue parole fossero state fraintese, nel dettaglio quelle relative ai genitori che non dovrebbero mai partire sapendo di mettere in pericolo le vite dei loro figli (e quando lo haa detto, il ministro dell'Interno è stato sonoramente insultato dagli scranni delle opposizioni).

 

Poi, come detto, le repliche di Provenzano, il quale de facto ha sbraitato per una mezz'oretta nel microfono che aveva a sua disposizione, ricoprendo delle peggiori accuse Piantedosi e il governo, sostenendo addirittura che il titolare del Viminale dovrebbe essere accusato di "strage". Dunque una serie di domande retoriche, durante le quali l'attenzione di Piantedosi, però, ricadeva sul suo smartphone, che teneva in mano leggendo qualcosa. Circostanza che ha fatto sbottare Provenzano: "Non sarà che suo cellulare che troverà la risposta!", ha tuonato a Montecitorio. Piantedosi, da par suo, non ha fatto una piega.

 

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