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Meloni alla Cgil, occhiataccia e gesto della mano: contestatore zittito

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Gli occhi sgranati, un sorriso beffardo, La mano che fa un gesto inequivocabile, "cala cala". Giorgia Meloni affronta i (pochi) contestatori della platea del congresso della Cgil a Rimini con invidiabile sangue freddo e anzi riesce a sfruttare il piccolo agguato politico dei rossi a suo vantaggio. 

La premier e leader di Fratelli d'Italia entra in sala dalla porta principale, sfidando frontalmente chi aspetta per protestare. Trova i fischi dei balneari, mentre i 24 delegati della minoranza interna del sindacato, che contestano la scelta del segretario Maurizio Landini di invitare la "nemica", sono già tutti dentro armati di "peluche" da agitare e lanciare come successo qualche giorno fa a Cutro.

 

 

"Ringrazio tutta la Cgil dell'invito, anche chi mi contesta - esordisce la Meloni -. Non ho voluto rinunciare a questo appuntamento in segno di rispetto e in coerenza con un percorso di confronto e ascolto che il governo sta portando avanti". Appena prende la parola, i contestatori della Cgil si alzano e iniziano a urlare "Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao". La premier li guarda, muta. Poi, riportata la calma dal servizio di sicurezza del sindacato, regala battute a raffica sugli slogan usati, "Pensati sgradita" e su Chiara Ferragni, nuovo modello di lotta della sinistra ("Non credevo fosse una metalmeccanica"), e su chi pensava di poterla intimorire. "Vengo fischiato da trent'anni... Non mi spaventano i fischi... Sono Cavaliere al merito in questa materia...". E tanti saluti ai "sinceri democratici".

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