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Vittorio Feltri il 25 aprile: ex fascisti tra gli idoli degli antifascisti

Vittorio Feltri
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 A me personalmente il 25 aprile, nota festa della Liberazione, non eccita: le ricorrenze più o meno solenni mi lasciano nella completa indifferenza perché sono vuote se non di significato di ogni emozione. Piacciono ai politici e ai preti in quanto così hanno un impegno straordinario. Quella che stiamo per celebrare è preceduta da un consueto vagone di retorica antifascista per un motivo molto semplice: essere contro i cadaveri (Mussolini il più importante) non comporta alcun rischio. I cadaveri essendo inerti non reagiscono efficacemente.

 

 

 

La cosa buffa è la seguente: quando il regime fu liquidato chi lo aveva sostenuto e collaborato con esso entrò di diritto, senza essere insultato come oggi si usa fare contro La Russa e la Meloni, che la camicia nera non l’hanno mai indossata se non altro per ragioni anagrafiche, nella compagine democratica. Fu il caso di Fanfani, poi diventato primo ministro con la tessera della Dc, di Gronchi, assurto alla presidenza della Repubblica, e perfino di De Gasperi, uomo di grande spessore. Ma il caso più eclatante fu quello di Gaetano Azzariti, che dopo essere stato l’estensore delle leggi razziali, essendo lui un antisemita di ferro, divenne con l’appoggio di Togliatti di cui era stretto collaboratore, presidente della Corte Costituzionale, che non è una bocciofila.

 

 

 

Potrei proseguire nella elencazione di coloro che, assassinato il Duce, cambiarono bandiera diventando simboli della neonata Repubblica. In questi miei ricordi documentati, essendo scritti nei libri di storia nonché nelle cronache dell’epoca, non c’è nulla di scandaloso. È soltanto, il mio racconto, frutto della memoria e del desiderio di fornire ai lettori giovani quanto in effetti accadde dopo il 1945. Ora, chiarite le cose, capirete cari amici perché mi viene da ridere quando si esalta l’antifascismo come una pagina italiana memorabile, dato che i politici sono talmente ignoranti da non sapere che la Repubblica è diventata tale, libera, grazie addirittura a un gruppo di ex fascisti. Pentiti? Può darsi, tuttavia il loro passato come quello della maggioranza dei connazionali di allora affonda le radici nel movimento fondato e dominato per venti anni dal mascelluto dittatore. Quindi allorché ora parliamo di antifascismo, prima di sproloquiare, cerchiamo di documentarci anziché emettere sentenze a capocchia. Dedico questo mio breve articolo a tutta la sinistra che blatera a vanvera senza mai approfondire alcunché. Si tranquillizzino i compagni: il 25 aprile me ne guarderò bene di andare in piazza a esaltare il conformismo più tetro e bieco che sta ammorbando il nostro amato Paese. 

 

 

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