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Pd, Berruto contro il governo: "Indifferenti sui migranti". Ma... occhio alla foto

Salvatore Dama
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L’eroe del giorno si chiama Mauro Berruto. È un deputato del Partito democratico. E in passato è stato il commissario tecnico della nazionale italiana maschile di pallavolo. Stavolta la schiacciata l’ha fatta lui. Ma la palla è finita contro la rete e gli è tornata addosso. Spieghiamo meglio: Berruto nella tarda mattinata di ieri ha pubblicato un tweet. Una foto in cui si vede l’emiciclo di Montecitorio deserto. L’intento era polemico. Chiaramente. E il post spiega meglio le sue intenzioni: «Discussione generale sul decreto Cutro, il decreto “crudeltà” contro l’immigrazione. Il consiglio dei ministri ha lavorato il primo maggio, con tanto di spot di Giorgia Meloni. Evidentemente oggi i deputati della maggioranza riposano».

 

 


Lo Stakanov di sinistra che accusa i colleghi fancazzisti di destra. Un classicone. Però c’è un problema. Berruto, scattando la foto con il suo telefonino, ha usato la modalità “grandangolo”. Così si vede che i banchi della maggioranza non sono gli unici a essere vuoti. Anche i suoi colleghi del Pd latitano. Quelli dei cinquestelle, di Alleanza Verdi Sinistra. Tutti. Insomma non c’è nessuno. Nella foto compaiono solo due persone: il sottosegretario Molteni, in rappresentanza del governo, e il relatore del provvedimento. Scandalo a Palazzo? Anche no. Berruto è un grande protagonista dello sport, ma a Montecitorio è un parvenu. Non deve ancora aver appreso bene i meccanismi dei lavori parlamentari. La sua “foto-scandalo” è delle ore 13 o giù di lì. In quella fascia oraria si riuniscono le Commissioni permanenti e ieri ce ne erano nove convocate. Quindi i deputati, non avendo obbligo di permanenza in Aula (durante le discussioni generali non sono previste votazioni), possono sganciarsi continuando a fare altrove il proprio lavoro. In più, in contemporanea, c’era anche il funerale del senatore Andrea Augello. E tanti parlamentari hanno deciso di rendergli un ultimo omaggio. Nel pomeriggio, poi, l’affluenza è stata regolare. Tanto che, all’unica votazione del giorno, erano presenti in 298.

Il dettaglio della foto non sfugge al popolo di Twitter. In tanti domandano a Berruto come mai anche i banchi dell’opposizione siano vuoti. E qualche collega gli risponde pure: «Veramente con molti deputati siamo in audizione in Commissione», replica Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, «non ti hanno detto che si possono fare contemporaneamente?». Altro fotogramma: Berruto che interviene in discussione generale sul decreto Cutro. Intorno a lui solo due deputati, nelle file sovrastanti e sottostanti il deserto. Niente di male, regolamento della Camera alla mano. «Scandalo!», secondo il metro dell’onorevole-pallavolista. Ma ieri di immigrazione si è parlato anche a Palazzo Chigi. Dove Giorgia Meloni ha ricevuto il cancelliere della Repubblica d’Austria, Karl Nehammer.

 

 

«Con l’Austria è essenziale una collaborazione assidua. Si è creato un feeling del quale sono molto contenta», ha dichiarato la premier. «Soffriamo ambedue la forte pressione migratoria e intendiamo collaborare di più. Insieme abbiamo chiesto un cambio di paradigma a difesa dei confini esterni». Concetti ribaditi anche da Nehammer: «Tutte le rotte e i confini esterni devono essere difesi, stiamo collaborando e collaboreremo ancora di più nelle prossime settimane». Secondo il cancelliere austriaco, l’Italia non può essere «sotto scacco» e bisogna guardare a «procedimenti analoghi a quelli della Danimarca». Il modello danese? Quello della sinistra socialista e verde che spedisce i migranti illegali (ma anche i richiedenti asilo) in Ruanda. 

 

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