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Formigoni, la frustata: "In Italia c'è chi vuole imporre la cultura gender"

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Parlare di gender, di cambiamento del sesso, di woke è ancora considerato in Italia qualcosa di ultraminoritario, un americanismo lontano destinato a non attecchire su vasta scala. Attenzione, non è più così! Piano piano, non senza generare confusione e sbigottimento, il cambiamento di sesso sta diventando un problema ordinario e quotidiano in certe scuole, in certe comunità, in alcune strutture di assistenza medica e psicologica deputate a occuparsene, nel dibattito medico. E certamente assisteremo al tentativo di portare cambiamenti nella legislazione. Da ultraminoritarie le ideologie sul gender stanno già cambiando la società in numerosi stati del mondo.

E lì l’ideologia si è trasformata in legge. In molti paesi, con una semplice dichiarazione, un uomo può diventare una donna, legalmente. Sono persone che non fanno operazioni chirurgiche ma si dichiarano semplicemente “donna”.

E così un uomo, fisicamente integro, entra in locali riservati alle donne. Un uomo può usare normalmente e legalmente i bagni riservati alle donne, o le saune, o quant’altro fino a ieri riservato esclusivamente alle donne. Gli uomini possono competere in gare di qualsiasi sport nelle categorie femminili. Capita che in numerosi casi risultino vincitori, e incassino i premi previsti. Ciò ha provocato in alcuni stati degli Usa violente proteste, ma è tutto legale. E poi ci sono i bambini, bambini a cui sono stati dati trattamenti medici perché sono stati dichiarati «nati nel corpo sbagliato». Uno scandalo praticato da medici senza scrupolo, che godono della protezione legale.

In alcuni paesi, fino metà delle classi, gli alunni si dichiarano transgender. E alcuni pretendono e ottengono farmaci per cambiare corpo. Tutto ciò ovviamente trasforma nel profondo le società, genera confusione e sconcerto in gran parte della popolazione. «Chi sono io, chi sono veramente io?» sono portati a pensare in molti, in grave crisi di identità personale. Ma il pericolo non è solo per donne e bambini. Diventa sempre più evidente un rischio culturale per la libertà di parola. Vogliono controllare il pensiero, vogliono impedire il confronto, e vogliono assolutamente chiudere la bocca a chi non la pensa come loro. Le università sono state le prime a capitolare, docenti sono stati costretti ad abbandonare l’insegnamento. Ma tutto questo non riguarda l’Europa, penserete. Errore! La Spagna ha seguito questa deriva, e ora ha una legge per cui anche i minori possono diventare donne con una dichiarazione all’anagrafe. Ringraziamo che in Italia ci sia un governo che tutto ciò non lo permetterà, ma l’attacco è già iniziato e sarà presto violento anche qui da noi.

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