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Elly Schlein bocciata dagli italiani. Sallusti: e tra un anno, in Europa...

Alessandro Sallusti
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Il 16 maggio, all’indomani del primo turno di questa tornata di elezioni amministrative, La Repubblica titolò a tutta pagina: “L’onda di destra si è fermata”, perché loro sono un giornale che ha il polso del Paese. Bene, ieri, turno di ballottaggio, il Centrodestra ha vinto a valanga ovunque meno che a Vicenza, non a caso l’unica città in cui il candidato della sinistra ha tenuto ben alla larga la neo segretaria Elly Schlein. Per la sinistra è l’ennesima Caporetto, sconfitta anche nelle sue roccaforti, battuta anche dove si presentava in tandem con i Cinque Stelle.

Insomma, non solo non c’è alcun effetto Schlein, ma neppure un effetto Fabio Fazio o Lucia Annunziata: gli italiani non vedono alcun pericolo di derive autoritarie, semmai ribadiscono di non avere alcuna intenzione di seguire il nuovo Pd in avventure ideologiche, in uteri in affitto, in finte paci in Ucraina insomma in derive comunistoidi. Non c’è dubbio che si è trattato di un test elettorale locale ma evidentemente l’operato del governo sta superando a pieni voti il giudizio della maggioranza degli italiani altrimenti qualche segnale ieri lo si sarebbe colto. Continuino pure Saviano e la Murgia ad abbaiare alla Luna che ormai è chiaro che rappresentano solo loro stessi; continuino pure La Repubblica e La Stampa a raccontare ogni giorno un’Italia impaurita e arrabbiata che non esiste; prendano atto, gli uni e gli altri, che la crisi delle sinistre non ha confini e che ieri, travolto dalle destre in una tornata amministrativa tipo quella italiana, in Spagna il premier socialista Sanchez si è dimesso e ha indetto nuove elezioni politiche.

 

 

Adesso Giorgia Meloni, con Salvini e Berlusconi, può alzare l’asticella della sua scommessa e provare a dare l’assalto al fortino europeo che fino a pochi mesi fa sembrava non espugnabile. Tra un anno infatti si vota per le Europee, le sinistre sono nel pallone, Macron non sa che pesci pigliare, destre conservatrici e popolari stanno invece preparando una inedita alleanza e se questo vento non cambierà direzione be’ allora molte cose dovranno cambiare anche nelle politiche dell’Unione. Insomma, può essere che tra un anno si archivino le discussioni sulle etichette di vino e olio, sui trans e sulle misure delle caldaie e per la prima volta dalla sua fondazione l’Europa potrà parlare di nuovo di valori occidentali e di economia reale. Può essere, incrociamo le dita. 

 

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