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Andrea Orlando a gamba tesa su Elly Schlein: "Quando non sei in grado..."

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È un Partito democratico in fermento quello guidato da Elly Schlein. I dem infatti non lesinano critiche alla neo segretaria. E tra questi c'è anche lui: Andrea Orlando. "Quando non sei in grado di esprimere un’identità definita sulle questioni più scabrose come il lavoro, provi a surrogare con altri temi non necessariamente meno importanti ma comunque più lisci perché già oggetto di incontro. Vale anche per altri ambiti, non solo quello dei diritti civili. In una certa fase abbiamo assunto una impostazione giustizialista, che è stata un surrogato della questione sociale. Questo perché, in una società che lamenta una serie di ingiustizie, non siamo stati in grado di pronunciare la parola, chessò, patrimoniale – altrimenti si sfascerebbe il partito –. E allora abbiamo parlato di questione morale o lotta alla mafia, tutte cose giuste beninteso ma non sostitutive nel rapporto con i ceti popolari. Oppure parliamo di diritti civili, provando a riempire la domanda di radicalità su altri fronti. Che però non possono essere i fronti economici e sociali, perché quelle sono, appunto, le sabbie mobili del Pd".

 

 

Una stoccata, quella sulle colonne del Giorno, che arriva dritta al destinatario: la Schlein appunto. Ma Orlando non se la prende solo con la leader alla guida dei dem da appena due mesi. "Quando ero il responsabile Giustizia del Pd - ricorda facendo riferimento al cosiddetto 'giustizialismo' - ho provato a sterzare su una serie di questioni, ma fui massacrato da metà del partito. Non a caso la più netta fu l’ala più a sinistra del Pd, come Rosy Bindi. Quella che in fondo soffriva di più il conformismo sociale".

 

 

Ed ecco che il Movimento 5 Stelle ne avrebbe approfittato: "In fondo, il giustizialismo dei Cinque Stelle era uno spin-off del Pd. Tant’è che è stato superato sia con Renzi sia con la nascita dei Cinque Stelle, che ormai occupano saldamente quel terreno politico. Per il Pd non ha più senso presidiarlo: oggi se uno è giustizialista vota i Cinque Stelle, non più il Pd". E la riprova sono i risultati alle urne.

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