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Berlusconi, prime conferme sul testamento: cosa va a Marta Fascina

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Resterà deluso chi fantastica su liti in famiglia per l'eredità di Silvio Berlusconi. Perché non ci sarebbero conflitti né tensioni in questa lunga attesa per l'apertura del testamento del Cavaliere. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera in un retroscena, pare che difficilmente Berlusconi "possa aver stravolto l’equilibrio virtuoso, societario e di governance, su cui poggia le fondamenta un gruppo che negli ultimi 5 anni (in attesa dei risultati del 2022) gli aveva dato 312 milioni di dividendi. Chi lo conosce bene, scommette sulla linea della continuità per Fininvest. E anche della riconoscenza e dell’affetto per Marta Fascina alla quale l’ex premier potrebbe aver riservato l’usufrutto di una parte della villa di Arcore oltre che un’ingente somma di denaro".

 


Per quanto riguarda Fininvest che ha partecipazioni rilevanti (Banca Mediolanum) e di controllo (Mfe-Mediaset, Mondadori) in società quotate in Borsa, secondo alcune ricostruzioni il Cavaliere "avrebbe disegnato l’assetto del gruppo in modo tale che Marina e Pier Silvio possano mantenere la gestione di Mondadori e Mfe-Mediaset oltre che una 'presa' operativa sulla capogruppo Fininvest. Per gli altri tre figli, Barbara, Luigi ed Eleonora, sarebbe riconfermato il ruolo di azionisti attivi, anche nelle scelte strategiche di competenza del consiglio di amministrazione".

 

 

Quel che è certo è che in Fininvest "non ci sarà più un azionista con la maggioranza assoluta (61%). Con la quota legittima dell’eredità i tre figli più giovani potranno arrivare al 46% circa mentre Marina e Pier Silvio al 32% complessivo". Ed è una "balla, dunque, il 20% circa che era la dote (un terzo del patrimonio) a disposizione di Silvio. Lo era perché nel testamento c’è scritto, presumibilmente, come sarà collocata. È una quota sufficiente per stravolgere gli equilibri in Fininvest. Ma anche per dettare la linea della continuità, se davvero questa è stata l’ultima volontà del Cavaliere". In sostanza questa quota permetterebbe a Marina e Pier Silvio "di avvicinarsi alla quota degli altri tre fratelli in modo da realizzare un maggior equilibrio senza maggioranze assolute. Resterebbe fuori una quota di garanzia che potrebbe essere stata assegnata a fiduciari o trust".

Infine, c'è un patrimonio immobiliare stimato "a spanne, intorno ai 6-700 milioni. Ci sono alcuni immobili frequentati dalla famiglia, come Villa Certosa in Sardegna, e altri invece che potrebbero andare subito sul mercato, come Villa La Lampara di Cannes". 

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