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De Benedetti, stoccata di De Luca: "Miliardario in Svizzera e rivoluzionario in Italia"

Francesco Storace
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Vai a capire chi è l’aggressore e chi l’aggredito. Ma nella guerra totale tra il governatore campano Vincenzo De Luca e la segretaria Pd Elly Schlein non servirà la Nato. Fanno tutto da soli. De Luca ha sparato ad alzo zero e alla leader del partito non resta che subire, posto che non è nelle condizioni di espellere il reprobo. Ma c’è comunque da restare allibiti rispetto alla portata delle accuse. La traduzione sostanziale è che il Pd è morto. Non si può dire altrimenti di un partito il cui livello di polemica è davvero ad un punto di non ritorno. Del resto, De Luca non è proprio uno degli ultimi ad avere diritto di parola, visto il bottino di vittorie che può vantare al suo attivo. E se uno come lui arriva a definire “suicida” la linea del suo partito non è facile cavarsela con un’alzata di spalle.

 

 


Anche perché si sente nel mirino su almeno due grandi questioni: l’autonomia differenziata, su cui vorrebbe opposizione vera e non di facciata (evidentemente sa cose che non tutti sanno); e poi c’è il tema che lo riguarda personalmente, sul terzo mandato per i governatori. Non ha timori De Luca. Permettendosi un ventaglio di accuse non certo marginali: «Questo Pd “ha rotto con i cattolici, non parla alle imprese, ai commercianti, alle partite Iva”. Il progetto originario era “un’alternativa democratica di governo”, un soggetto politico che doveva essere in grado di tenere insieme le grandi culture democratiche, ma non agitando le bandierine per strada, nei cortei. Così non si governa un grande Paese».

 

 

Poi, l’attacco sulla gestione interna del partito, proprio nella sua regione: «In Campania il partito è stato preso in ostaggio, il commissariamento è stato un atto di delinquenza politica». «Io ho i voti, a Roma c’è qualcuno che non ha neanche il voto della madre», insiste ribadendo la sua bocciatura al sistema delle primarie aperto anche al voto dei non iscritti. E qui la botta netta è proprio alla Schlein, che nel confronto tra tesserati era stata bocciata a vantaggio di Stefano Bonaccini. A De Luca non va proprio giù.


AGGRESSIONE
A Elly Schlein non ha risparmiato accuse anche sul piano personale. Tra queste anche quella di essere partecipe di un aggressione mediatica, “a puntate” contro di lui, in particolar modo su un giornale «di proprietà di uno che fa il miliardario in Svizzera e il rivoluzionario in Italia». Ogni riferimento al Domani di Carlo De Benedetti pare assolutamente voluto. Pesantissimo proprio sul terzo mandato da governatore: «Quando il tema viene sollevato da gente che ha 3, 4, 5 e persino 7 mandati alle spalle di che parliamo? L’onorevole Schlein ha tre mandati: Parlamento europeo, Consiglio regionale dell’Emilia e Parlamento. Il tempo delle finzioni è finito».

Non senza una battutaccia proprio sulla leader: «Non posso perdere tempo in scemenze e sulla ricchezza cromatica di questo partito, consumare 300 euro l’ora per le imbecillità mentre 300 euro sono i due terzi di una pensione al minimo». E sarà da prenotare per tempo le prossime polemiche: il presidente campano ha anche annunciato, per settembre, una «operazione verità». La voce di Elly Schlein arriva in serata. «Delle beghe interne non frega niente a nessuno», dice nell’accogliente studio di La7, davanti a Luca Telese e Marianna Aprile. Si barrica sulle «polemiche personali» e poi parla di voto clientelare. Il che, per il governatore campano, non suonerà esattamente come un complimento. È evidente che la segretaria del partito sentiva il dovere di premere il pedale del freno, ma c’è il rischio concreto che con De Luca dovrà fare i conti per parecchio tempo ancora. 

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