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Brunetta, Lagarde nel mirino: "Il vero problema della Bce"

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Il rialzo dei tassi da parte della Bce guidata dalla Lagarde continua a suscitare polemiche. La mazzata sui mutui e sulle tasche degli italiani continua a farsi sentire. Soprattutto su chi ha un finanziamento a tasso variabile. Sia il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, sia alcuni ministri del governo hanno tuonato contro le mosse della Bce che stanno debilitando il portafoglio delle famiglie italiane.

E così ora anche il presidente del Cnel, Renato Brunetta, mette nel mirino la Lagarde: "Se la banca centrale è impotente nel riequilibrare la concorrenza di mercato, non lo è nel ruolo di leadership che essa dovrebbe esercitare in termini di capacità di analisi e di comunicazione al mercato. In questo momento storico, il problema della Bce è proprio questo: l'assenza di una leadership. Non ha pienamente elaborato che gli elevati profitti delle aziende sono dovuti all'esistenza di una struttura oligopolistica dei mercati (che non tocca però a lei risolvere); non ha ancora correttamente valutato l'impatto delle transizioni green sul mercato del lavoro e brancola nel buio sull'analisi dell'impatto delle politiche di nearshoring che stanno gradualmente prendendo piede; tantomeno, ha poche idee su cosa guidi realmente la produttività dei fattori", spiega sull'HuffPost.

E ancora: "Più precisamente - ha spiegato Brunetta - la Bce commette l'errore fondamentale di limitare la sua analisi a dati visibili e standardizzati, una strategia che non funziona quando si è agli albori un cambiamento strutturale dell'economia come quello attuale". Quanto al sistema bancario, "le banche hanno il vantaggio di essere avanti nel processo di digitalizzazione e del risk management e quindi possono maneggiare il rischio operativo meglio di prima. Tuttavia, se esse non ricevono una guida della banca centrale, non sono in grado di prezzare il costo e la maturity dei prestiti da erogare al settore privato in modo ragionevole, per supportare l'economia reale a fare questa transizione".

Poi l'affondo finale: "È singolare osservare, ad esempio, come la curva dei rendimenti delle obbligazioni sovrane sia in eurozona attualmente invertita e probabilmente tale resterà ancora per parecchi mesi, a riprova del fatto che gli operatori di mercato credono che l'inflazione sia soltanto un fenomeno transitorio, destinato a rientrare in pochi mesi. Ma se, al contrario, l'inflazione dovesse permanere, come potrebbe accadere, la curva dei rendimenti tornerà a normalizzarsi, con l'aumento dei rendimenti sovrani per le maturity di più lunga scadenza. La conseguenza di questa eventualità sarebbe l'accumulo di perdite di bilancio da parte del sistema bancario, se questo insiste nel credere all'errata guidance della banca centrale". 

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