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Roberto Gualtieri nel mirino, la procura indaga su Ama

Claudia Osmetti
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Torpignattara. Ma anche Tiburtino e l’Esquilino e Tor de’ Cenci, Spinaceto, Tre Pini e Castel di Decima. Roma. Il caos sui rifiuti e i quartieri delle periferie che si “ribellano” al Campidoglio, che non ci stanno più, che ne hanno le tasche (anzi, i cassonetti) pieni, che bussano in procura. Esposti, denunce, diffide. Nel caldo afoso di questa estate 2023, con le temperature roventi e il tanfo dell’immondizia per strada. Sacchetti, cartoni, bottiglie di plastica. In mezzo ai turisti, in mezzo ai romani che son rimasti in città, ai residenti (stremati) e ai vacanzieri (schifati). Sui social è Sabrina Ferilli che si lamenta: «Non mi avvicino ai cassonetti perché rischio di essere morsa da animali vari».

 


IL DOSSIER
In procura sono le associazioni dei cittadini, i comitati di municipio, che si presentano, compatti, spesso rappresentati da un avvocato, coi documenti in mano perché adesso basta, così non si va avanti. L’ultimo caso è a Torpignattara, zona est, poco più giù di San Lorenzo. I residenti presentano una denuncia formale per interruzione di pubblico servizio contro il Comune di Roberto Gualtieri (Pd) e contro Ama (la società partecipata del Campidoglio che gestisce la raccolta dei rifiuti in città). Di segnalazioni, sul dossier che consegnano al pm Rosalia Affinito, ne hanno a centinaia: avvistamenti di topi, blatte, sporcizia e puzza ovunque. Il legale Silvia Ronchetti invia una lettera, protocollata, al Municipio, nella quale si sollevano «nuove, reiterate, gravi carenze igienico-sanitarie».

 


Ma c’è anche un rapporto dell’Arpa, che è l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, che non nasconde un «diffuso e considerevole accumulo incontrollato» di monnezza a ogni angolo della strada; ci sono le proteste, continue, di chi in quelle vie ci abita ed è un disastro mettere il naso fuori di casa ogni giorno; c’è il tam-tam su internet che non ne risparmia una; ci sono le fotografie, impietose, tutte uguali, con quei cumuli di spazzatura che pare una discarica a cielo aperto. Roma, 2023. Nel pieno della stagione turistica, una delle capitali più visitate d’Europa. Affinito, non a caso, di questo si occupa, cioè di reati ambientali. «Abbiamo detto e crediamo che ci sia stato un reato», chiarisce l’avvocato Ronchetti, «il primo step è identificare gli indagati da parte dei pm, poi inizieranno le indagini che si riterranno opportune».


LA DIFFIDA
Niente, ci risiamo (perché il problema non è nato oggi ma si trascina da anni, senza una soluzione, e mica solo a Torpignattara), però con una novità (perché adesso è chiamata in causa la magistratura, adesso i romani reclamano, oltre alla pulizia, anche la giustizia). Nei giorni scorsi i quartieri di Spinaceto e Tor de’ Cenci fanno arrivare sulla scrivania del sindaco Gualtieri, dell’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi, del direttore della Asl di Roma 2 e del direttore generale di Ama Alessandro Filippi una diffida. Stesso copione, stessa indignazione, stesso allarme.

A metà luglio l’associazione Cittadinanzattiva Lazio deposita un esposto in procura per la mancata raccolta dei rifiuti: nella lente d’ingrandimento ci sono il quartiere Tiburtino, il Labaro e l’Esquilino. I romani «si trovano a dover assistere inermi alle carenze di un servizio che potrebbe mettere a rischio in primis la loro salute», si legge sul documento. Ed è vero perché è una matassa che non ha fine: il nodo dei mezzi, i camion che non ci sono e tocca noleggiarli però per farlo servono circa quattro milioni e 143mila euro; la metropoli che si riempie di vacanzieri per le ferie, come se non bastasse l’ordinario; un organico nel personale che è aumentato di recente però è ancora insufficiente. E loro lì, i romani, stretti nella morsa, che provano l’ultima carta, quella della procura. Hai visto mai che, finalmente, funzioni.

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