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Marta Fascina, lo strazio: "Allungo la mano, ma..."

Marta Fascina

Salvatore Dama
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Scriveva la poetessa americana: «A un cuore in pezzi nessuno si avvicini, senza l’alto privilegio di aver sofferto altrettanto». Allora Marta Fascina se ne sta per conto suo. In solitudine con il proprio dolore. Nessuno può capire. Certo, i figli. Ma chi è stato al fianco di Silvio Berlusconi, giorno e notte, senza tregua, negli ultimi mesi, chi? Lei, appunto. E se gli altri vanno avanti, se la politica metabolizza il lutto per il leader, se le aziende continuano a fatturare anche senza il fondatore, se il mondo continua a girare anche dopo il Cavaliere, Marta no. È rimasta ferma al 12 giugno. Immobile. 

Raccontano sia ancora ad Arcore. Immersa, assediata, dai ricordi del quasi-marito. A un certo punto dovrà andare. Perché Villa San Martino è parte dei beni immobiliari lasciati in eredità ai figli. Che prima o poi prenderanno le chiavi e decideranno cosa farne (non un museo). Ma non sarà oggi e neanche domani.

 

 

Che estate amara. Tolti i contatti con i suoi amici storici (nel frattempo diventati parlamentari e sottosegretari) Fascina si è inabissata. Manca dalla Camera dal novembre scorso, cioè quando la salute del Cav ha iniziato a peggiorare, con ricoveri al San Raffaele sempre più frequenti. L’algebra di Montecitorio è insensibile al dolore. Dall’inizio della legislatura (ottobre 2022) segna appena 17 partecipazioni al voto e il 99,2 per cento di assenze. 

Ma, data la situazione, nessuno ha avuto la faccia di protestare. «Marta tornerà quando sentirà di farlo», ha spiegato Antonio Tajani rispondendo a chi gli chiedeva del futuro della first lady. E però i giorni passano e il tempo non lenisce la sofferenza. Tanto che ieri, rompendo un silenzio lungo mesi, Fascina ha voluto gridare al mondo (attraverso i suoi contatti Whatsapp) quanto sia ancora forte il dolore per la scomparsa del compagno. 

Piccolo tutorial per i boomer: Whatsapp dà la possibilità di comunicare con gli altri, ma anche di pubblicare degli “stati”: frasi, foto, piccoli video, che vengono visualizzati solo da chi ha il nostro numero di telefono in memoria. Ecco, Marta ha utilizzato questo strumento per dedicare alcune righe malinconiche al suo amore che non c’è più.

 

 

Doveva rimanere una cosa per pochi. Senonchè alcuni giornalisti hanno il contatto della Fascina in rubrica. E dopo qualche ora ecco il Messaggero on line che rilancia il testo straccia-cuore. Questo: apre il post una grande faccina triste con la lacrima. Poi seguono i versi: «Per raggiungerti ci vorrebbero le ali perché tu, amore mio, sei molto in alto, in un cielo azzurro dove c’è pace e amore, fiori che crescono ovunque.... Allungo la mano, vorrei toccare la tua, ma non riescono a congiungersi». Altra emoticon triste con lacrima. «Mi manchi amore mio», ancora una faccina disperata, «Dio se mi manchi», e finisce con l’emoji del cuore spezzato.

Sì, è dura. È dura fronteggiare le malelingue. Per esempio, quelle che nel partito la chiamano «Miss 100 milioni». O quelle, sempre in Fi, che raccontano come si siano raffreddati i rapporti con i figli dopo la scoperta di un legato così generoso. O quelle che vanno dicendo che la famiglia potrebbe impugnare il testamento olografo perché non si è verificata la condizione posta in premessa («Sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare...»). Brutte persone. Che non capiscono che l’amore non è quantificabile in fogli viola. Ieri sera, intanto, Forza Italia si è ritrovata al circolo Antico tiro al volo (Parioli, Roma) per la tradizionale cena pre-vacanze. La prima senza il Cavaliere. E, ovviamente, senza Fascina.

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