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Damiano Tommasi, scandalo a Verona: cosa spunta sul sito del comune

Alessandro Gonzato
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Degli sfruttati l’immensa schiera/La pura innalzi, rossa bandiera/O proletari, alla riscossa/Bandiera rossa trionferà. A Verona il sindaco dem Damiano Tommasi si è dimenticato della bandiera della città, spazzata via dal vento e ormai finita chissà dove. Il pennone issato sul monumento di Porta Nuova che conduce all’Arena- sembra un’antenna parafulmine, ruolo affidato al ragionier Fantozzi dal Megadirettore Galattico Balabam. «Oltre al nostro perdono, le offriamo anche la gioia purificatrice di meritarselo. Lei ricomincerà daccapo, Fantozzi, dal gradino più basso. Noi la riassumiamo come parafulmine. Le auguro buon lavoro, caro ragioniere! E mi raccomando, non sia così triste. Rida! Il lavoro è gioia! Il lavoro è allegria!».

Per vedere la bandiera gialloblù di Verona bisogna andare sulla pagina Instagram del Comune, dove, compagni, l’amministrazione pubblicizza la “Festa dell’Unità”, ossia la festa del Pd, con tanto di logo del partito. Non s’era mai visto un Comune che propaganda una festa di partito- nella storia di centrodestra di Verona no di certo ma non si era nemmeno mai visto un Comune - ancora quello di Verona ora sotto guida Dem - che nel giorno della festa della mamma pubblicizza un manuale Lgbt in cui viene insegnato a rimanere incinta col metodo fai-da-te della “pipetta”.

 


GLI INTERVENTI
E però i record sono fatti per essere battuti, figuriamoci da un sindaco ex calciatore della Roma. Infatti Tommasi ha rilanciato, e il post del Comune di Verona che pubblicizzava la Festa dell’Unità del quartiere Quinzano l’ha condiviso anche sul suo profilo. Giocata sopraffina, altro che Cassano! “Ore 21.15, una rete di città, dibattito con Damiano Tommasi, il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e la collega di Brescia Laura Castelletti”, anche loro Dem ovviamente, e non poteva mancare “il contributo video di Giuseppe Sala”, sindaco di Milano. “Una rete di città”. “Rete” è stato lo slogan della campagna elettorale dell’anno scorso al cui termine, per una congiuntura astrale irripetibile - il centrodestra diviso- Tommasi è riuscito a essere eletto a sua insaputa. “Rete”, “Fare squadra”, “Ascolto e dialogo” sono stati i mantra dei primi 14 mesi di amministrazione di chiacchiere, distintivo gender e segnati dall’apertura in simultanea dei cantieri della più grande opera infrastrutturale della città - il filobus, nell’anno del signore 2023- e il turpiloquio dei poveretti paralizzati nel traffico alle 7 di mattina si è innalzato quando l’assessore all’ (im)Mobilità se n’è uscito con un comunicato stampa con su scritto #TuttiInBici, donne incinta, anziani e bambini che devono andare a scuola compresi.

 


EPISODIO GRAVE
Il primo ad accorgersi della mancanza della bandiera della città è stato l’ex presidente dell’azienda municipalizzata dell’energia, Stefano Casali, defenestrato a favore di un esponente del Pd. A notare la propaganda di partito da parte del Comune è stato il consigliere Paolo Rossi, della lista civica “Verona Domani”: «È un episodio grave, senza precedenti», dice. «Non ricordo nulla di simile in 15 anni di esperienza amministrativa. Sempre nella pagina istituzionale del Comune, con il logo del Pd in bella vista, ci sono i nomi dei partecipanti alla Festa, che si spera in un’ottica di pluralismo siano rappresentanti di diverse forze politiche. Invece sono tutti del Pd». Alla Festa dell’Unità, Tommasi, intervistato dalla tivù locale, è perentorio: «Ci sono tante iniziative che non possono prescindere da un dialogo continuo, costante, dalle infrastrutture soprattutto. Il tema dei diritti, il tema delle grandi opere non possono prescindere da un dialogo costante continuo e soprattutto da un’unità d’intenti che devono unire i territori prima ancora delle persone». Tarapia tapioco, prematurata la supercazzola o scherziamo?

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