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La sinistra litiga pure su "Amici miei": "Sessista", presi a pernacchie

Giovanni Sallusti
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Io me li vedo da qualche parte, il Perozzi, il Mascetti, il Necchi, il Melandri e il Sassaroli che si stanno sganasciando per l’ultima supercazzola riuscita. L’eterna saga di cui sono protagonisti (Amici miei esisterà finché ci saranno quattro amici in vena di “zingarate”, cioè sempre) si è infatti arricchita di un nuovo, involontario, spassosissimo capitolo. È l’ultima polemica estiva, una rissa bella e buona che coinvolge due prezzemolini di Twitter, l’iper-politicamente corretta Selvaggia Lucarelli e l’ipotetico tuttologo Luca Bizzarri.
Vi prego di leggere la cronaca come un episodio della saga, perché questo è a tutti gli effetti. Ciak si gira, tweet del Bizzarri: «Non so se è vera. Ma se fosse vera il titolo sarebbe “Perché governerà 300 anni”».

A corredo, la foto di quella che sembra una conferenza universitaria, con i tre relatori e sopra, gigantesca, la slide col tema prescelto: «Sessismo e stereotipi di genere nella trilogia di Amici Miei». Che pare troppo anche al tempo pazzotico della Cancel Culture, sarebbe come dire «Machismo e apologia della violenza nella filmografia di Bud Spencer», infatti il comico genovese (che rispetto all’interlocutrice conserva da qualche parte un grammo di lucidità) mette la premessa dubitativa.

 

SUPERCAZZOLA

Ma ormai il dibattito è lanciato, si mette in discussione un’ennesima, ipotetica idiozia progressista, perdipiù con accenno finale a favore della Meloni, per la Lucarelli è come far vedere rosso a un toro. Partono istantaneamente re-tweet e predicozzo buonista annesso, con una seriosità così sgangherata rispetto all’oggetto, quindi così comica, che non l’avrebbe immaginata nemmeno Monicelli: «Quindi secondo lui non si possono più analizzare dal punto di vista culturale e sociologico i cambiamenti della società anche nel cinema e nell’arte. Non possiamo discutere di stereotipi all’interno di un’opera pur riconoscendo il valore dell’opera».

Il presunto convegno impegnato a fare del Conte Mascetti un teorico del femminicidio, secondo lei, era un altissimo momento di cultura. Segue l’immancabile pezzo forte di Selvaggia, l’evocazione ad cazzum del fascismo: «Bizzarri forse dovrebbe smettere di cercare chi aiuta i fasci nel mondo della cultura e cercare il fascio che è in lui. Chissà che non lo trovi, finalmente». Bizzarri è fascista perché troverebbe assurdo un processo arcobaleno contro Amici miei siamo già al grottesco spinto, chissà quanto se la stanno spassando, ovunque siano, il Perozzi e gli altri.

L’ulteriore ciliegina di surrealtà è che la foto incriminata, come hanno mostrato subito alcuni utenti Twitter, molto probabilmente è un falso, un fotomontaggio, una supercazzola postuma di qualche erede della banda. In altre immagini circolanti sul web, il titolo della conferenza (anch’esso onestamente in bilico sul comico involontario) è “Marxismo e autismo- Uno spettro infesta l’Europa”. C’è anche un video su YouTube che mostra come in effetti l’evento fosse proprio su quel tema, con didascalia esplicativa: «Una presentazione che discute se il marxismo può aiutarci a comprendere l’esperienza autistica nel capitalismo moderno».

 

NERVO SCOPERTO

E qui si passa da Amici Miei a una parodia dei film di Nanni Moretti: comunque la giri, questa storia non ha nulla di sensato. Men che meno ce l’ha la rissa vip-agostana, che prosegue imperterrita. Bizzarri dapprima cinguetta l’ovvio: «Il fatto è che quel film è proprio basato su sessismo e stereotipi di genere, è quella la cifra, non c’è molto da analizzare». E poi tocca il nervo scoperto dell’avversaria: «Se invece oggi non avevi ancora dato del fascio a nessuno e ti avanzava un fascio va bene uguale». L’Erinni social ovviamente s’imbizzarisce ancora di più: «Tranquillo Luca. Non è che io ti sto dando del fascio. Fai tutto tu da solo, da tempo. Con quelli come te governeranno altri 300 anni». E va a ripescare un tweet bizzarriano di tre anni fa: «L’unico politico che riesco a sentire senza pensare Oddio in che mani siamo, o Oddio in che mani saremo, è Giorgia Meloni». Dopodiché la rissa prosegue a colpi di “cacca schifo” (non scherzo, letterale), “Giuseppi”, “scuole elementari”, “vai a cena”, ma confesso di essermi perso, sentivo soltanto in sottofondo quelle risate, sempre più forti, come se fosse antani... 

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