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Bill Emmott, l'anti-Cav: "Chi può far cadere la Meloni", la gufata del rosicone

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L'uomo che sognava Silvio Berlusconi fuori dalla politica italiana ora prende di mira Giorgia Meloni. E chissà che la profezia di Bill Emmott, l'ex direttore del The Economist che negli anni Duemila giudicò il Cav "unfit" (inadatto) a guidare l'Italia non si riveli ancora una volta un disastroso, tragicomico buco nell'acqua. 

 

 

 

Intervistato da Antonello Caporale per il Fatto quotidiano, il giornalista inglese alla guida del prestigioso quotidiano finanziario-politico londinese per 13 anni, dal 1993 al 2006, si scaglia contro la premier italiana della quale subito dopo le elezioni vinte quasi un anno fa aveva detto: "Per un anno la vedremo pragmatica e seria, poi chissà". Per il momento, spiega, la leader di Fratelli d'Italia ha fatto bene proprio perché paragonata a Berlusconi ("E' stato un problema per l'Europa e un vulnus per la democrazia italiana") er per "l'assenza di insidie interne alla coalizione giacché gli alleati sono tuttora politicamente deboli". 

 

 

 

Da oggi, però, cambia tutto. Secondo Emmott, "i segnali dicono che nella coalizione c'è nervosismo e nella stessa destra c'è subbuglio. D'ora in avanti Giorgia Meloni potrà essere vittima del cosiddetto fuoco amico". Una profezia ricorrente, a sinistra: quando si mette male, c'è chi inizia a sperare nello scivolone, magari in una sorta di "golpetto" nel campo avverso per ribaltare l'esito del voto. Una carta da giocare, classica, è quella del pericolo fascista: "Il pericolo per l'Italia è che la premier per tenere unito il suo fronte politico senta la necessità di avanzare con atteggiamenti che la ricolleghino al suo piccolo mondo antico", avverte l'ex direttore dell'Economist che dice di essersi "vergognato" per le esequie da statista riservate al fondatore di Forza Italia quattro volte premier. Perché un nemico è per sempre, anche da morto. 

 

 

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