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Sergio Cofferati rientra nel Pd, Iv all'attacco: "Vi riconoscete in questo partito?"

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A volte ritornano. Sergio Cofferati rientra nel Pd. L’ex segretario confederale della Cgil ha preso la tessera dem a Genova. "Si è iscritto questa mattina nel suo circolo di Portoria - spiega a LaPresse Simone D’Angelo, segretario del Pd Genova - i volontari che lo hanno visto entrare sono rimasti piacevolmente sorpresi". "Non possiamo che accogliere con gioia il ritorno di Sergio. È la conferma di un lavoro che stiamo facendo, un lavoro di allargamento progressivo, che coinvolga chi si era allontanato e chi nel Pd non aveva più trovato spazio. È un bene aver messo fine all’isolamento e aver ripreso un percorso inclusivo. Lui è tornato per dare una mano, sia a livello territoriale che nazionale, e questo non può che far bene", conclude D’Angelo. E da Italia Viva arriva subito un attacco: "Cofferati rientra nel Pd: queste sono le cose che non mi stupiscono! Del resto vi ricordate cosa accadde in Liguria? Raffaella Paita stravinse le primarie contro di lui che non accettò il risultato consegnando così la Regione alla destra di Toti. Non mi sembra dunque la persona più indicata per dare lezioni di politica. Ho solo una domanda per i riformisti del Pd: è davvero questo il partito in cui vi riconoscete?".

E proprio la Paita bombarda l'ex segretario della Cgil: "La notizia che Cofferati sia rientrato nel Pd non sorprende: se ne andò in polemica con il Jobs Act e con lo stampo riformista del Pd di Renzi, torna oggi che il Pd con Schlein è diventato un partito massimalista. n Liguria Cofferati lo conosciamo bene. Nel 2015 lo sfidai alle primarie Pd per la presidenza della regione. Primarie che ho stravinto. Lui non accettò il risultato e il giorno dopo candidò Luca Pastorino alla presidenza della regione Liguria determinando la sconfitta del centrosinistra e la vittoria di Giovanni Toti. Il miglior alleato della destra ligure, come Schlein lo è di Giorgia Meloni. Il Pd non può più essere la casa dei riformisti. Mi stupisce che i tanti protagonisti di quella stagione di riforme non aprano bocca oggi e accettino che il partito rinneghi la sua storia e si sposti su posizioni di estrema sinistra. La coerenza sui valori e sulle proprie battaglie in politica dovrebbe valere più di una poltrona". 

 

 

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