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Giorgia Meloni, la grande balla di Repubblica: "Spread a 180 punti"

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Repubblica adesso agita l'arma dello spread per seminare panico e soprattutto per attaccare il governo Meloni. Da tempo il quotidiano progressista diretto da Maurizio Molinari usa la voce dei gufi dei mercati, come ad esempio l’ultima analisi sui conti italiani firmata da un ex Pd sul Financial Times, per dare qualche spallata all'esecutivo. E oggi il quotidiano romano tuona: "Lo spread vede i 180 punti".

Un pizzico di veleno gratuito che profuma di balla colossale per mettere spalle al muro l'esecutivo di centrodestra. Addirittura si paragona questa situazione alla calda estate del 2011 quando manovre internazionali e congiure di Palazzo portarono alla caduta del governo Berlusconi proprio sotto i colpi dello spread. Ma guardando con attenzione il livello dello spread toccato coi governi a guida Pd e giallorossi, le soglie toccate sul differenziale tra i titoli italiani e i bund tedeschi è abbastanza più alto rispetto a quanto urla Repubblica in questo periodo col governo Meloni.

 

 

Nel2016, ultimo anno di governo Renzi, lo spread ha toccato i 180 punti a novembre per poi chiudere l’anno a circa 160 punti. Il governo Conte si è insediato il primo giugno 2018, quando lo spread era a 239 punti. Al 21 novembre è salito fino a 314 punti. E il governo Gentiloni? Si è insediato il 12 dicembre 2016 e lo spread era allora a quota 160. Il governo è rimasto ufficialmente in carica fino al primo giugno, quando è subentrato l’esecutivo Conte e lo spread era appunto a 239 punti. E il governo Letta? Ha lasciato uno spread di poco inferiore ai 200 punti, aveva ereditato al momento del suo insediamento, il 28 aprile 2013, un differenziale tra Btp e Bund decennali a quota 286 punti.Oggi il governo Meloni è con uno spread a 180 punti. E la sinistra sbraita. Quando governava il Pd o faceva da stampella a Conte, tutti muti. 

 

 

 

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