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Spot Esselunga, Soumahoro al veleno: "Meloni cuore di madre. E i migranti?"

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Aboubakar Soumahoro, rieccolo. Con una paragone che non sta né in cielo né in terra, il deputato attacca Giorgia Meloni. Fin qui nulla di strano se non fosse che mette insieme i decreti sui migranti approvati dal governo e la pubblicità di Esselunga. Tutto vero. "La premier Meloni - accusa -, che in nove mesi ha varato quattro decreti fallimentari sull’immigrazione, si è detta commossa per lo spot di Esselunga di cui molto si sta parlando in queste ore. Mi chiedo se il suo cuore di madre italiana e cristiana si sia altrettanto commosso davanti agli sbarchi di minori che sbarcano sulle nostre coste fuggendo da guerre, violenze, fame e persecuzioni".

All'Adnkronos il deputato, la cui moglie è indagata proprio per la gestione sospetta dei migranti all'interno della sua coop, prende di mira il governo. La colpa? "Dicono di avere a cuore il destino delle persone fragili. Allora mi chiedo, perché il governo ha deciso di togliere le specifiche tutele ai minori non accompagnati? È una misura gravissima, perché li espone al rischio concreto di finire nelle mani delle organizzazioni criminali".

Ma non è l'unico difetto: "Questo decreto presenta inoltre molte altre gravi criticità. Sull’accoglienza il governo segna un autogol, autorizzando i gestori dei centri a derogare al limite di capienza stabilito. Questo significa che se una struttura ospita dieci persone il governo ne raddoppia la capienza a 20. Inoltre, dovrebbero spiegare agli italiani chi pagherà la tassa sui rifiuti che hanno deciso di togliere ai centri d’accoglienza ubicati nei comuni interessati da arrivi consistenti e ravvicinati". Da qui la conclusione: "La strategia del governo è stata fino a ora fallimentare. Però poiché credo in un’opposizione responsabile, capace di entrare nel merito delle questioni per il bene dell’Italia, dico alla presidente Meloni di farsi aiutare perché i processi migratori non possono essere gestiti né con la propaganda né con il dilettantismo politico". 

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