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Meloni a Torino, "chi sono i contestatori in piazza": azzerati i violenti di sinistra

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Avanti con le riforme, stop ai ribaltoni. La premier Giorgia Meloni lo dice a chiare lettere, intervenendo al Festival delle Regioni e delle Province autonome a Torino. Fuori, nella piazza davanti al teatro Carignano, un centinaio di studenti e giovani dei centri sociali hanno tirato uova e si sono scontrati con la polizia: "Se le contestazioni sono dei centri sociali lo considero perfettamente normale. Anzi, mi ricorda che sono dalla parte giusta della storia - le dure parole della Meloni -, se sono quelli che contestano le forze dell'ordine e se sono quelli che organizzano il racket delle occupazioni abusive".

Quindi, la presidente del Consiglio ha ricordato come "quello che viene sarà l'anno delle riforme con cui intendiamo cambiare l'architettura istituzionale della Nazione, per dare agli italiani la possibilità di scegliere da chi farsi governare, di evitare ribaltoni, giochi di palazzo e garantire la stabilità dei governi". Parole che cadono a pennello viste le indiscrezioni degli ultimi giorni riguardo a fantomatici "governi tecnici" già pronti a subentrarle a Palazzo Chigi. "Quando l'orizzonte è di un anno e mezzo è normale che non si riesca a seguire una strategia. Nei primi 20 anni del millennio in Italia ci sono stati 11 premier, in Francia quattro presidenti, in Germania tre cancellieri, e Francia e Germania crescevano - ha proseguito Meloni -. Quando non si ha stabilità non si riesce a lavorare su quello che non torna immediatamente in termini di consenso".

Sulla manovra a cui il governo sta lavorando, la premier ha messo in chiaro: "Abbiamo appena approvato la Nadef e stiamo scrivendo la legge di bilancio, i margini di manovra sono limitati" anche a causa del "testimone, dell'eredità" raccolta da una "politica che ha avuto un orizzonte troppo breve", prendendo le "scelte più facili". Gli sforzi che il governo metterà in campo saranno volti "a confermare i provvedimenti per il taglio del cuneo fiscale e se possibile fare qualche passo in avanti". Altri "segnali" arriveranno sulle pensioni, sulla sanità e sulla natalità che è un tema "economico, non ideologico" perché "il nostro sistema di Welfare non può reggere se la popolazione continua a invecchiare e ci sono meno persone che lavorano per mantenerla". 

Impossibile non fare un accenno alla polemica più feroce delle ultime 36 ore, la sentenza della giudice di Catania Iolanda Apostolico che ha liberato alcuni migranti destinati al centro di Pozzallo. "Non c'è nessuno scontro con la magistratura". premette la premier che lunedì mattina si era detta "basita" per la decisione della toga, inserendo anche una certa parte della magistratura più ideologizzata nella lista di chi "rema contro" le politiche del governo contro l'immigrazione irregolare. "Voglio ribadire anche questa volta che la magistratura è semplicemente libera di disapplicare una legge del governo così come il governo è libero di dire che non è d'accordo". "A me la motivazione con la quale si rimette in libertà un immigrato irregolare già destinatario di un provvedimento di espulsione dicendo che le sue caratteristiche fisiche sarebbero quelle che i cercatori d'oro in Tunisia considerano buone per i loro interessi pare francamente una motivazione molto particolare. E quindi dico quello che penso perché insomma ognuno ha l'autonomia di pensiero sua io o la mia. L'interpretazione di un attacco alla magistratura mi fa molto riflettere perché penso di avere anche io il diritto a dire che non sono d'accordo se viene disapplicata una legge del governo".

 

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