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Meloni-Giamburno, il silenzio di Elly Schlein: l'ipocrisia della leader Pd

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Chissà, magari Elly Schlein tra qualche ora se ne uscirà con un "non so di cosa parlate", come accaduto tra lo sconcerto generale quando qualche settimana fa le avevano chiesto un commento sul famigerato spot di Esselunga, quello della pesca, della figlia e dei genitori separati. 

Da 36 ore abbondanti si sono separati Giorgia Meloni e Andrea Giambruno, a proposito, e la segretaria del Pd non ha detto una parola. Al suo posto, tra le opposizioni, hanno parlato diversi esponenti di Azione e Italia Viva, perfino qualcuno dei democratici. Sincera solidarietà "femminile" alla premier l'ha espressa l'eurodeputata Alessandra Moretti ricordando la forza delle "donne-roccia" per proteggere i figli dopo un addio, definendo la scelta della presidente del Consiglio "da donna libera".

 

 

Parole che le hanno regalato il surreale anatema di Selvaggia Lucarelli: "Guardatevele bene, perché con queste frasette stucchevoli, mentre stanno ben attente a non calpestare mai i piedi al potere, lo calpestano a quel poco che resta della sinistra". Hanno detto la loro anche Alessandro Zan e l'alleato di +Europa Riccardo Magi, assai più velenosi nei loro sfottò alla "famiglia tradizionale" a loro dire andata in frantumi. Più o meno la stessa versione di un punto di riferimento intellettuale della Schlein come l'ex direttore della Stampa e oggi tornato a Repubblica come editorialista, Massimo Giannini, che in studio a Otto e mezzo ha invitato il centrodestra "a non giudicare le nostre vite" definendo poi la premier "non una grande cristiana".  

 

 

Ecco, il silenzio tombale della Schlein potrebbe essere letto in: 1) rispetto per una vicenda privata; 2) alterigia, della serie "noi non ci occupiamo di gossip"; 3) timore di dire qualunque cosa, perché se si dimostrasse solidale con la Meloni potrebbe venire attaccata dai suoi e se la attaccasse rischierebbe di rimediare una pessima, pessima figura. L'alternativa, è che abbia voluto mandare in avanscoperta i suoi sottoposti e lasciare che fossero loro a spalar fango sull'avversaria. In due di queste tre ipotesi, Elly non ne esce comunque benissimo.

 

 

E dire che di opinioni, nella sola giornata di venerdì, ne ha regalate tante, tutte dal palco di un comizio di Foggia in serata. Contro l'autonomia ("Un progetto che va fermato, il Sud ha già pagato troppo"), su Israele e Hamas ("Serve il cessate il fuoco umanitario, ci sono troppe vittime innocenti"), sulla sanità ("Faremo le barricate contro i tagli del governo Meloni), sugli alleati del centrosinistra ("Dobbiamo costruire coalizioni unitarie e vincenti, gli avversari sono a destra", ovviamente sui migranti ("La destra è ossessionata dagli immigrati e non vede l'emigrazione"). Tutte dichiarazioni tranquillamente dimenticabili.

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