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Galliani-Fugatti? La sinistra si schianta ancora, maggioranza sempre più forte: i verdetti delle urne

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La consueta giornata nera per la sinistra al voto. Ne esce con le ossa rotte. Già, perché con l'eccezione di Foggia è sostanzialmente cappotto. La sintesi? Il Pd targato Elly Schlein non vince mai: ogni tornata elettorale, da che è segretaria al Nazareno, si è conclusa in una Caporetto per la sinistra. Il tutto in un contesto in cui il cosiddetto "campo largo" col M5s non decolla o, peggio, fallisce. Certo, il voto a Foggia di oggi, dove vince la candidata progressista, è un'eccezione. Ma di questa eccezione, il centrosinistra, per certo non può festeggiare. Conferme importantissime, al contrario, per la maggioranza, che dopo un anno al governo appare ancor più solida. Insomma, le polemiche, gli attacchi e le recenti vicende "private" non scalfiscono il consenso di Giorgia Meloni e alleati. Anzi, sembrano paradossalmente rafforzarlo.

Dunque, i fatti. Nella provincia autonoma di Trento si conferma il presidente uscente, il leghista Maurizio Fugatti, il quale ha strappato il bis. E lo ha fatto in modo netto: il centrodestra a valanga, con il 51,82%, centrosinistra staccato di circa 14 punti, con il candidato Francesco Valduga fermo al 37,5 per cento. Il centrosinistra aveva messo insieme Pd, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Casa Autonomia.eu, Azione, Italia Viva e Fascegn. Risultato? Nulla di fatto. Anzi, il centrodestra ha ottenuto più voti rispetto alla tornata del 2018. Un disastro assoluto, per il campo progressista.

"Il risultato mi pare chiaro. Credo che stia a significare che la comunità trentina ha apprezzato il lavoro del presidente, degli assessori e dei consiglieri provinciali della scorsa legislatura", ha dichiarato il presidente rieletto Fugatti. "Non era scontato essere qui a parlare di un risultato che va oltre il 50%, perché è questo il pezzo forte di questa vittoria", ha aggiunto. Dunque le parole di Giorgia Meloni: "Il centrodestra unito porta a casa un altro grande risultato. Complimenti a Maurizio Fugatti, rieletto Presidente della Provincia autonoma di Trento e buon lavoro a lui e a tutta la squadra", così su X la presidente del Consiglio.

 

Poi il capitolo-Monza, dove si sono tenute le elezioni suppletive per assegnare il posto al Senato che fu di Silvio Berlusconi: il seggio va ad Adriano Galliani, candidato del centrodestra, che batte senza appello Marco Cappato, che correva per Pd, Azione, Possibile, Più Europa, Radicali Italiani, Verdi e Sinistra Italiana, Libdem, Socialisti e Volt. Anche in questo caso, l'ammucchiata di sinistra ne esce con le ossa rotte. Per Galliani più del 51%, mentre Cappato non arriva al 40 per cento.

"A nome dei senatori di Forza Italia desidero dare il bentornato in Senato ad Adriano Galliani e sono certa che svolgerà come sempre un ottimo lavoro, in nome del Paese, di Monza e della Brianza", ha commentato a giochi fatti Licia Ronzulli. E ancora: "Oggi, ancora una volta, vincono la serietà, la competenza, l'esperienza. Vince il centrodestra, che si dimostra maggioranza in ogni zona del Paese, a dimostrazione del buon lavoro fatto in quest'anno di governo. Vince la politica del fare, contro la politica del distruggere, l'unità di una coalizione contro il calderone di partiti di sinistra incompatibili fra loro, che stanno insieme solo quando si tratta di mettere in piedi cartelli elettorali, destinati a sfaldarsi il giorno dopo il voto. L'abbiamo dimostrato a queste elezioni suppletive del collegio senatoriale Monza e Brianza, così come l'abbiamo fatto confermandoci alla guida della Provincia di Trento". Una vittoria, come ha ricordato Fabrizio Sala, "dedicata a Silvio Berlusconi".

 

Un cenno anche al voto nella Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige, dove le destre di lingua tedesca fanno il pieno di voti, mentre si registra il sorpasso di FdI sulla Lega. E ancora, la debacle per Svp, la Suedtiroler Volkspartei, che pur restando primo partito esce dal voto indebolita (cala dal 38,8% del 2018 al 32,9%). La vera sorpresa è l'avanzata dei secessionisti di Sudtiroler Freiheit, che passano da 2 a 4 seggi. FdI esce dal voto come primo partito di lingua italiana col 6,1% assoluto e il 19,9% a Bolzano, ovvero prima forza assoluta. Alessandro Urzì, leader locale di FdI, tende una mano Svp: "Noi siamo pronti a governare insieme. I voti confermano che non possono più esserci pregiudiziali etniche o linguistiche". E il Pd? Un altro flop: l'obiettivo era riconquistare il secondo consigliere, mentre resta con un solo seggio.

Come detto, il centrosinistra vince solo a Foggia con Maria Aida Episcopo, candidata del "campo largo" nella città di Giuseppe Conte. Batte in modo netto il candidato di centrodestra Raffaele Di Mauro. Unica parentesi felice per le opposizioni. 

Dopo un anno di governo Meloni, la maggioranza appare sempre più solida. E la leadership di Elly Schlein sempre più traballante. In meno di un anno, in soli otto mesi, la sua segreteria ha dovuto incassare il disastro alle amministrative, con il ko ad Ancona, Pisa, Massa, Siena e Brindisi. L'unica vittoria a Vicenza, con un candidato apertamente schierato contro la segreteria. Poi, e soprattutto, le regionali, dove la sinistra ha letteralmente perso tutto. Progressisti ko in Lazio, Lombardia, travolti in Friuli Venezia Giulia e sconfitti anche in Molise. Una Caporetto. Oggi, l'ultimo capitolo, con Trento e Monza. Indicazioni importantissime sia per il governo, sempre più solido, sia per le opposizioni, con un Pd sempre più residuale. "L'obiettivo sono le Europee 2024", disse Schlein dopo il flop nelle roccaforti rosse. Insomma, ha spostato il traguardo più in là. Ma il rischio di andarsi a schiantare, per lei e il Pd, assomiglia sempre più a una certezza.

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