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Migranti in Albania, dalla Consulta stop all'accordo Meloni-Rama

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Il presidente Edi Rama, anche forte del via libera della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, pensava che l'accordo stretto con Giorgia Meloni sui migranti potesse essere ratificato dal parlamento albanese già domani, 14 dicembre. E invece no. La Corte Costituzionale albanese ha accolto due ricorsi separati presentati da 30 parlamentari dell'opposizione che avevano definito l'accordo incostituzionale e contrario alle convenzioni internazionali alle quali Tirana attualmente aderisce. In questo modo, scrive l'agenzia "Ata", viene automaticamente sospesa la procedura di ratifica dell'accordo con l'Italia. La decisione della Corte costituzionale arriva nel momento in cui la maggioranza socialista aveva previsto di approvare l'accordo nella sessione parlamentare di giovedì. Il presidente della corte albanese Holta Zacaj ha informato che questa decisione sarà immediatamente comunicata al Parlamento, che è obbligato a interrompere le procedure per la ratifica.

 

 

 

 

In una nota l'Alta Corte ha spiegato di aver valutato che i ricorsi "soddisfano i criteri preliminari di ammissibilità" e pertanto ha deciso, sulla base degli atti, "di trasferire la causa in sessione plenaria". In base alla legge albanese la Corte Costituzionale ha tre mesi per concludere la causa dal giorno della presentazione della richiesta. L'Assemblea dei giudici, si legge, "ha deciso che l'udienza si terrà il 18 gennaio 2024 alle ore 10".

 

 

 

 

Nel frattempo Edi Rama però ha portato a casa la benedizione dell'Europa. Ursula von der Leyen, in una lunga lettera in cui riassume quanto fatto dall'esecutivo Ue in materia di migrazioni, scrive infatti che negli ultimi mesi "abbiamo assistito a importanti iniziative promosse dagli Stati membri, come l'accordo operativo tra Italia e Abania". "È un esempio di pensiero fuori dagli schemi", ha puntualizzato von der Leyen, "basato su un'equa condivisione delle responsabilità con i Paesi terzi, in linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale e dell'Ue". Per la presidente della Commissione Ue, "dovremmo lavorare insieme per mantenere lo slancio creato dalla Conferenza internazionale sullo sviluppo e la migrazione di luglio e portare avanti questo lavoro attraverso il processo di Roma, esplorando diverse forme di cooperazione con i Paesi partner sulla base del reciproco interesse".  

 

 

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