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Sindacati, fischi ai politici Pd al presidio per l'Ilva

Annarita Digiorgio
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Mentre a Roma il governo decide come risolvere la vertenza Ilva, incontrando i sindacati e l’azienda, a Taranto non c’è più un’amministrazione e una maggioranza. Il Pd, i 5 stelle, i Verdi, e la lista Con (civica di Emiliano), le maggiori liste che avevano sostenuto e fatto eleggere il sindaco Rinaldo Melucci un anno fa, lo hanno abbandonato passando all’opposizione. A scatenare la miccia l’adesione del sindaco, due settimane fa, a Italia Viva.

Dopo che il mese prima era a Taranto alla festa dell’Unità con Elly Schlein. Con cui ha rotto proprio per colpa di Ilva, e dei sindacati. La segretaria del Pd infatti ha incontrato al Nazareno i metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm senza il sindaco di Taranto, cosa che lo ha infastidito nella sua convinzione che “Ilva non è solo una questione sindacale”. Certo questa apertura del Pd ai lavoratori del siderurgico è molto recente, e sicuramente tardiva.

 

 

Infatti ieri Andrea Orlando, accompagnato da altri tre parlamentari Pd, si è recato al presidio dei sindacati sotto Palazzo Chigi, e i lavoratori lo hanno fischiato urlandogli “vergogna” e ricordandogli che proprio lui quando due anni fa era Ministro del Lavoro, ha firmato la cassa integrazione salariale a 3mila lavoratori Ilva senza accordo sindacale. Mentre da ministro dell’ambiente nel 2014 è quello che la espropriò preventivamente ai Riva.

«Bene hanno fatto i sindacati ed i lavoratori stamattina a respingere i deputati del Pdo accorsi ipocritamente in loro soccorso - hanno commentato gli onorevoli tarantini di Fdl Iaia e Maiorano -. Per loro sfortuna i lavoratori non dimenticano ciò che il Pd ha combinato a Taranto e le migliaia di operai messi in cassa integrazione senza alcun accordo sindacale».

 

 

Gli stessi sindacati, che dopo l’incontro con Fitto, Urso, Giorgetti e Mantovano hanno annunciato che non avrebbero abbandonato Palazzo Chigi senza la comunicazione di una decisione, ma mezza’ora dopo erano già fuori: «Attendiamo il consiglio dei ministri del 28 dicembre».

Loro chiedono una nazionalizzazione, pur sapendo che ciò vuol dire una seconda amministrazione straordinaria. E conoscendo bene i danni dal 2014 al 2018 durante la gestione commissariale voluta dal Pd. Lo stesso Pd che ora a Taranto, dopo aver assecondato con Zingaretti, Letta e Schlein, la linea del Sindaco Melucci di chiusura dell’area a caldo (cioè di tutti i forni come a Genova e Piombino, dove gli operai sono ancora in cassa integrazione straordinaria), ieri lo ha scaricato passando all’opposizione insieme ai grillini guidati a Taranto dal vice di Conte Mario Turco. A imporre il diktat è stato Michele Emiliano, che non ha gradito il passaggio del sindaco a Italia viva. Ma dopo due settimane dall’annuncio Melucci e 4 consiglieri entrati con lui, sono già fuori da Italia viva, e il comune senza giunta.

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