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Toscana, sanità al collasso? E il Pd chiude gli ospedali

Michele Zaccardi
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L’aumento delle tasse non basta. I 200 milioni di euro di incassi derivanti dai ritocchi alle addizionali Irpef non sono infatti sufficienti a ripianare il buco da mezzo miliardo della sanità toscana. Per questo la giunta guidata dal dem Eugenio Giani, in carica dal 2020, ha deciso di ridimensionare i piccoli ospedali, sollevando le proteste delle opposizioni e dei sindacati. Come denuncia in una nota la Uil Fpl, «la regione Toscana ha un piano di riduzione dei servizi sanitari ed in particolare rivolto alla trasformazione di diversi piccoli ospedali in Centri di primo intervento territoriale».

 

PAYBACK

Per Giani, come riportato di recente da Libero, il motivo dello squilibrio del bilancio risiede nel payback, un meccanismo introdotto nel 2015 dal governo Renzi, che prevede la compartecipazione delle imprese sanitarie alla spesa regionale per i dispositivi medici. Una normativa che non è stata mai attuata fino al 2022, quando però l’esecutivo guidato da Mario Draghi decise di rifondere le regioni. Una scelta che il governo Meloni non ha replicato, anche perché l’intera faccenda nel frattempo è finita al Tar del Lazio che l’ha rinviata a sua volta alla Corte Costituzionale. Sarà la Consulta a doversi esprimere sui ricorsi presentati dalle aziende. Tuttavia, al contrario di altre regioni, come la Lombardia o il Veneto, che li hanno classificati come crediti inesigibili, la Toscana ha continuato a conteggiare quei soldi, circa 200 milioni in due anni, a bilancio. E ora si ritrova a dover ripianare, con l’aumento delle addizionali regionali Irpef per i redditi superiori a 28mila euro (circa 130 euro in più all’anno) il buco nel bilancio 2024.

 

 

 

Ma il problema, spiega a Libero Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio regionale, è che la sanità toscana è strutturalmente in disavanzo. «Quando una settimana fa il governatore ha aumentato le tasse a tutti i cittadini toscani, dicendo che per la sanità servivano 200 milioni di euro per far fronte alla mancata riscossione del payback sanitario, noi abbiamo fatto notare che quei 200 milioni non erano una tantum. La sanità toscana perde ogni anno dai 400 ai 600 milioni di euro per vizi strutturali». Secondo Diego Petrucci, consigliere regionale di Fdi e componente della commissione sanità, «il buco di bilancio in sanità non ammonta a 200 milioni di euro, ma a quasi mezzo miliardo di euro». Da qui la decisione della giunta regionale di ridurre i servizi sanitari negli ospedali di piccole dimensioni. Una scelta che per Petrucci «sarebbe una follia e provocherebbe caos e stress anche nei grandi centri». Per questo Fdi chiede una riorganizzazione del sistema, soprattutto della parte amministrativa.

 

 

 

LA SMENTITA

In ogni caso, tocca ricordare che Giani si è smentito da so lo. Soltanto pochi giorni fa il governatore, che aveva scaricato tutta la responsabilità sul governo Meloni per il manca to rimborso del payback, ave va infatti assicurato che grazie all’aumento delle tasse non ci sarebbero stati tagli. In questo modo, aveva dichiarato, ci sarebbe stata «la garanzia di non cedere alle sirene di chi vorrebbe smantellare» il sistema della sanità pubblica della Tosca na «per consegnarlo ai privati». Ma oltre alle mancate promesse di Giani, negli ultimi giorni un’altra notizia ha reso la vicenda ancora più paradossale. Secondo un quotidiano locale, infatti, il direttore della Sanità regionale, Federico Gel li, già deputato del Pd (eletto nel 2013), si sarebbe aumenta to lo stipendio di 20mila euro l’anno. 

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