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Il Pd critica Giorgia Meloni prima che parli

Salvatore Dama
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“Bugie”, “vittimismo”, “slogan”. No, all’opposizione non è piaciuta la conferenza stampa di Giorgia Meloni. Che invece incassa l’applauso degli alleati. E fin qui zero novità. Visto che la campagna elettorale per le Europee è già iniziata - da ambo i lati - e nessuno ha intenzione di fare sconti o assist all’avversario. Ci va dura la premier. E, di carambola, menano anche i partiti della minoranza. Tutto secondo copione. Secondo il Pd, Meloni ha speso «oltre due ore» del suo tempo «per dire nulla» e «continuare con il solito atteggiamento vittimista, i soliti attacchi all’opposizione, la solita creazione di nemici immaginari», senza dare risposte su «sanità e carovita». Meloni «guida il governo, ma sembra ancora all’opposizione». Ci parli del «futuro dell’Italia», insistono i dem, «tutto il resto è noia».

 

 

IL BERSAGLIO I grillini sono il bersaglio preferito delle battute meloniane, perché i 5s salgono nei sondaggi mentre il Pd si sgonfia. Ed è realistico che il vero antagonista alle urne, alla fine, sarà Giuseppe Conte. Che non si sottrae e ingaggia il duello: «Se c’è una cintura nera di prese in giro ai cittadini quella spetta di diritto a Giorgia Meloni», attacca il capo grillino. Che rivendica i suoi tempi, quando da Bruxelles «tornavamo con 209 miliardi per l'Italia, il Pnrr», mentre ora, con il nuovo Patto di Stabilità, avremo «un'ipoteca di miliardi di tagli ogni anno. Da patrioti che erano, pronti a tutto, a nemici degli interessi dell’Italia basta poco: appena un annodi governo», conclude Conte. Poi arriva Matteo Renzi: dalle tasse ai migranti, «mai sentite tante bugie tutte insieme», dice l’ex premier, per il quale, entrando in «modalità campagna elettorale», Meloni si prepara a «radicalizzare su Elly Schlein e cannibalizzare» elettoralmente «Antonio Tajani e Matteo Salvini. Ma poi la realtà le presenterà il conto», scommette il leader di Italia Viva: «Cominciando dai 30 miliardi di euro che deve trovare da qui alla fine dell’anno. I bugiardi hanno questo di bello: pensano che la gente creda per sempre a quello che dicono». Sintetico il commento di Carlo Calenda, affidato a un tweet: la conferenza della premier si risolve in «molte invettive contro la sinistra, qualche gossip, una spruzzata di influencer, due battute e molta cronaca». Insomma, conclude il leader di Azione, «si sente la più completa assenza di un progetto per l’Italia».

 


Una bocciatura che riecheggia anche nelle parole del leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «Imprecisioni, plateali bugie, attacchi demagogici alle opposizioni, vuoti slogan da leader di partito e non considerazioni da presidente del Consiglio». Angelo Bonelli attacca sui balneari («La mappatura di cui parla Meloni è stata già bocciata dall’Ue») e sulle riforme: «Con il premierato il Capo dello Stato non avrà più il potere di nominare il capo del governo». Addirittura Elly Schlein critica la premier prima ancora di sentirla parlare. In mattinata la bersaglia a scatola chiusa. Già sa che «proverà a difendere l’indifendibile, dai disastri della manovra economica, che taglia pensioni e sanità, all'affossamento del salario minimo». Una veggente.

 


 

CASO POZZOLO Anche il passaggio sul caso Pozzolo non soddisfa i dem: «Ma davvero Meloni pensa di chiudere la vicenda con la sospensione», si chiede Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd, mentre Alleanza Verdi e Sinistra annunciano un’interrogazione parlamentare. Soddisfatti, invece, i partiti della maggioranza. La Lega, in particolare, visto che la premier ha difeso Matteo Salvini nell’affaire Verdini e ha annunciato che, su una sua eventuale candidatura alle Europee, deciderà con gli alleati. Il capo del governo «ribadisce l’importanza del centrodestra unito», commentano fonti leghiste, «squadra che vince non si cambia». Applausi anche da Forza Italia: «Siamo convintamente parte di questo governo per realizzare assieme agli alleati le riforme contenute nel programma elettorale di centrodestra. Andiamo avanti a testa alta, facendo valere le nostre posizioni», dice il capogruppo Paolo Barelli

 

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