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Di Martedì, Floris: "Lei è anticomunista?", come risponde Augias

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Se l'avessero chiesto a lei: "Si dichiara anticomunista?". Giovanni Floris azzarda e il suo ospite in studio a DiMartedì su La7, Corrado Augias, risponde secco. "Sì", spiega il giornalista tra gli applausi dello studio.

"Io non sono mai stato comunista, io sono stato un social liberale e per tutta la mia vita adulta i miei punti di riferimento politici sono stati Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Matteotti. Quel tipo di Italia liberaldemocratica, che poi si rispecchiava nei giornali in cui ho lavorato. L'Espresso prima, la Repubblica poi...".

 

 

 

Quindi Augias prosegue: "Ma la domanda del ministro della Cultura non ha molto senso: antifascista e anticomunista sono due posizioni diverse. L'Italia ha conosciuto il fascismo per 20 anni, lo ha patito, ha patito una guerra scellerata dichiarata per ragioni pazzesche e con un alleato che era il peggiore possibile, la Germania di Hitler".

 

 

 

"Tra parentesi - si lancia in un excursus storico l'ex storico volto di Rai 3, oggi passato a La7 -  Mussolini ha commesso un errore di calcolo elementare. Fino al 1939-40 i Paesi dove c'erano i maggiori favori nei confronti del fascismo erano Inghilterra, con Churchill, e gli Stati Uniti. E lui è andato a dichiarargli la guerra".



"Io anticomunista? Sì, ma che volgarità chiederlo": guarda il video di Augias a DiMartedì

 

Si torna alla polemica innestata dal ministro Sangiuliano. "L'anticomunismo qua non ha molto senso, perché qui non abbiamo avuto il comunismo. C'era semmai il Partito comunista, che per anni con grande lentezza, forse troppa, ha tentato di sganciarsi dal dominio dell'Unione sovietica nel Comintern. Perfino Gramsci, poco prima di morire, mandò una lettera a sua sorella per denunciare le gravi degenerazioni in Unione sovietica. E poi Togliatti, poi Berlinguer... Alla fine ci sono riusciti, ma era troppo tardi. Ma che senso ha chiedere se uno è anticomunista? Che senso ha? E' una volgarità". E il pubblico, ancora una volta, applaude alla sinistra che processa se stessa,

 

 

assolvendosi. 

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