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Il Pd ha un problema con gli ebrei: il silenzio di Elly Schlein

Daniele Dell'Orco
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Siccome la miglior difesa è sempre l’attacco, la sinistra ha provato a bigiare la sua prima grande prova di maturità dal 7 ottobre ad oggi. In occasione della Giornata della Memoria, aveva gli occhi addosso per via dei suoi flirt che vanno avanti da quasi quattro mesi con le frange “pro-palestinesi sotto mentite spoglie”, perché hanno dimostrato in più di un’occasione di essere anti-sistema e pro-Hamas.

Per eludere un esame che sapevano di non poter superare senza il rischio di una ennesima faida interna, i progressisti italiani hanno iniziato già da giorni a spostare il riflettore sul governo Meloni e su Fratelli d’Italia. Dalle pagine de La Stampa, Giovanni De Luna aveva dettato la linea, sostenendo che il 27 gennaio fosse fonte di imbarazzo per l’esecutivo che «non si è mai scusato» riconoscendo le responsabilità, ovvie e ampiamente condannate dalla storia, del fascismo. Il Corriere della Sera, invece, ha provato a chiedere conto direttamente ad un esponente di FdI: Ester Mieli, senatrice e vicepresidente della Commissione per il contrasto dei fenomeni d’intolleranza, razzismo e antisemitismo. Soprattutto, di religione ebraica.

 

 


A Mieli, cioè a una parte in causa, hanno quasi rimproverato il richiamo del Capo dello Stato a «non dimenticare le colpe del nazismo-fascismo». Un autogol clamoroso, visto che Mieli non ha potuto fare a meno di ricordare che un problema serio con l’intolleranza, a tutti i livelli, non ce l’ha certo il centrodestra: «Troppo spesso i governi precedenti e la sinistra di oggi ci hanno abituato al silenzio e all’indifferenza davanti a manifestazioni dove cori, slogan, bandiere strappate o striscioni antisemiti hanno fatto da padroni, fingendo di non vedere quello che stava avvenendo. Antifascismo? Nel dna di Fratelli d’Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite». Poi la stoccata: «Credo ci sia un serio pericolo di risorgere dell’antisemitismo a sinistra e violento».

 

 


Basta vedere cos’è successo due giorni fa a Milano. Nonostante lo stop ai cortei pro Palestina imposto delle questure in diverse città italiane in concomitanza con la giornata della Memoria, un migliaio scarso di persone si è comunque radunato in piazzale Loreto e ha iniziato a sfilare lungo via Padova. Dai balconi un ragazzo ha mostrato un cartello: “Free Gaza from Hamas”. Liberiamo Gaza da Hamas. Applausi dai pacificatori? No, fischi, grida e gesti offensivi. Il loro amore per la pace l’hanno poi mostrato agli agenti della polizia in tenuta antisommossa che gli hanno dotto sbarrare la strada con i blindati. In piazza a tenere alta la bandiera Pd c’era Lorenzo Pacini, assessore nel Municipio 1 meneghino. Ma il grande show dem è andato in scena a Bologna, dove hanno dovuto giustificare i loro mal di pancia contro Israele con l’inadeguatezza politica.

Venerdì, il presidente della comunità ebraica Daniele De Paz aveva denunciato quest’anno l’inedito «clima di freddezza in consiglio comunale, durante la seduta solenne per la Giornata della Memoria, di alcuni consiglieri di maggioranza»: «Non è passato inosservato che nessuno abbia applaudito l’intervento di Asher Colombo (presidente dell’Istituto Cattaneo, ndr) durante la cerimonia solenne in consiglio comunale. E anche il fatto che il sindaco si sia alzato, avrà avuto le sue motivazioni, ma in quel contesto non è passato inosservato». Certo, perché negli anni passati, prima della guerra con Hamas, al Pd fare buon viso a cattivo gioco per le 24 ore della Giornata della Memoria non creava grossi problemi. Il sindaco Lepore, per “rimediare”, è andato al Memoriale della Shoah in Bolognina con lo stesso De Paz:

 

 

 

«In questo giorno non si deve lasciare spazio a polemiche politiche. Con Daniele De Paz avrò modo di chiarire personalmente. Il nostro impegno contro l’antisemitismo è sempre alto, non ci sono divisioni». Chissà se gli avrà spiegato anche il motivo per cui il giorno prima, Lepore aveva disertato pure il convegno sull’antisemitismo organizzato presso una sala dell’Archiginnasio. A proposito di sinistra anti-ebrei, ieri sul pavimento dell’ospedale di Rimini sono spuntate sagome di medici palestinesi per “rappresentare i crimini di Israele”. Il tutto con il benestare della Regione Emilia-Romagna. Immediata la reazione di Matteo Salvini: «C’è da essere colpiti e disgustati per simili avvenimenti. È doveroso attendere parole inequivocabili da parte di Bonaccini e del sindaco di Rimini».

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