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Laura Boldrini, Camera dei deputati? "Cambiare il nome, mentalità patriarcale trasversale"

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L'ultima crociata sposata da Laura Boldrini? Cambiare il nome della Camera. Non più solo "dei deputati", meglio "delle deputate e dei deputati". La proposta di riforma costituzionale è arrivata direttamente dal Partito democratico in nome dell'inclusività. E vede l'ex presidente di Montecitorio ovviamente d'accordo: "Mi sembra una cosa normale, non scandalosa, chi la considera tale vuol dire che non vuole rendersi conto dei cambiamenti che sono avvenuti". Intervenuta alla trasmissione di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, la dem torna sulla "mentalità patriarcale trasversale". A suo dire "bisogna abbattere questi pregiudizi anche nelle istituzioni". 

La volontà di modificare la denominazione della Camera dei deputati è contenuta all'interno dei progetti di legge presentati nel corso dell'attività legislativa. Nella sezione dedicata, spulciando tra i vari documenti, ecco che spunta l'iniziativa di Gian Antonio Girelli e Sara Ferrari.

 

 

Tornando poi alla stretta attualità, Boldrini si sofferma anche sulla guerra in Ucraina. Per la dem "dopo due anni dovremmo fare una riflessione su come uscire da questa situazione, la guerra è il terreno di Putin. Non aver fatto subito un’azione incisiva di negoziato è stato un deficit europeo" e va posto rimedio. Infine, non manca il riferimento alle alleanze. "Noi dobbiamo dialogare con tutti, è l’unica possibilità che abbiamo di rappresentare un’alternativa. C’è una morbosità nel voler rimarcare le differenze tra noi, il M5S e gli altri partiti". Ma il presentimento, e il sit-in in Rai ne è la riprova, è che siano proprio le altre forze politiche a voler prendere le distanze.

 

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