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Basilicata, Calenda contro Pd e M5S: "Dilettanti allo sbaraglio"

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La corsa alla presidenza della Basilicata sta finendo malissimo per il campo largo. Con il voto fissato per il 21 e 22 aprile, la coalizione di centrosinistra è in frantumi. La scelta di candidare l'oculista lucano Domenico Lacerenza aveva già aperto una ferita difficilmente rimarginabile all'interno del campo largo. Ad Azione, con in testa il coordinatore regionale ed ex governatore Marcello Pittella, non era andata giù la scelta di un candidato che non fosse stato prima discusso da tutti i partiti. La convergenza sul medico era stata frutto di un'intesa a due fra Giuseppe Conte ed Elly Schlein, che avevano escluso dal tavolo delle trattative tutti gli altri partiti minori.

Da qui la scelta di Azione di rompere con Pd e M5S: in più occasioni, sia Pittella che Calenda avevano prospettato la possibilità di scendere in campo con un candidato proprio o addirittura di sostenere il governatore uscente di centrodestra Vito Bardi.  Proprio oggi, sabato 16 marzo, Calenda si è recato in Basilicata dove dovrebbe sciogliere la riserva sulla decisione di Azione.

 

Ma il ritiro improvviso di Lacerenza, colpito a più riprese dall'opposizione interna al campo largo, ha rimescolato ancora le carte e incrinato i rapporti fra gli pseudo-alleati. Carlo Calenda, commentando la notizia del passo indietro, ha scritto sul suo profilo X: "Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con PD a rimorchio".

 

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