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Pd, Picierno contro Schlein: "Il codice etico esiste dal 2008"

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Elly Schlein si illudeva che il codice di autoregolamentazione a tutela del Partito Democratico contro le infiltrazioni criminali avrebbe messo tutti d'accordo al Nazareno. E invece no. Anche questa volta Elly ha preso una cantonata e a farglielo notare è stata proprio una dem. Pina Picierno, eurodeputata Pd e vicepresidente del Parlamento europeo che puntualizza sui social come ai candidati del Pd "è richiesta da sempre la presentazione del casellario giudiziario e che il codice etico del Pd. Esiste dal 2008". La Picerno spiega che segnala la cosa "perché la questione non sono le cartuscelle da presentare, altrimenti saremmo immuni da malcostume e infiltrazioni: le cartuscelle si sa, ci sono sempre piaciute assai. La questione è invece organizzativa e politica".  

Politica, spiega Picerno, "perché la riduzione di momenti di confronto, la sovrapposizione tra iniziativa politica e iniziativa elettorale ha accelerato un processo di degenerazione che rischia di trasformare un partito con una struttura in una macchina di clientele. Ma attenzione ad ascrivere questa questione ad un dato locale: dove è assente un forte elettorato di opinione il rischio di un elettorato condizionabile è altissimo e può accadere ovunque". Organizzativa, continua l'eurodeputata "perché la buona politica non accade per decreto. È lotta quotidiana, spesso tremendamente faticosa. E per farla serve un partito plurale, organizzato e vigile". "Dunque tutto serve", aggiunge, "tranne che usare la questione morale come una clava per dire 'ok, ora comando io'. Tutto serve tranne che usare questo casino per rinchiudersi nella torre d'avorio della propria superiorità morale per poi decidere in solitudine". 

La vicepresidente del Parlamento europeo non è certo che verrà ricandidata: sarà l’ultima parola della Schlein a determinarlo. Senza caminetti, senza trattative con le correnti interne, insomma senza ascoltare eventuali capibastone pronti a mercanteggiare consensi. "Le liste saranno espressione del profilo nuovo" che lei ha voluto imprimere al partito in barba alle correnti. Si riferisce a questo Pina Picerno quando puntualizza che "nel corso degli anni sono stati evocati lanciafiamme e rivoluzioni ma poi sul territorio siamo sempre rimasti in pochi armati di coraggio, sì, e di una fionda speciale che é stata la solidarietà che abbiamo costruito nella buona battaglia, tra persone e tra correnti diverse, che no, non sono sempre una bestemmia". "Ora", prosegue la dem, "non le fate difendere a me, che sono sempre stata una parecchio indisciplinata che ha sempre deciso con la sua testa, ma questo attribuire sempre l'origine di ogni male alle correnti, mi pare un po' uno scaribarile noioso. E che ha annoiato". L'eurodeputata fa degli esempi: "Si dimette il segretario? Le correnti. Il Pd va male? Sempre loro, le correnti. Ci sono infiltrazioni mafiose? Certo: le correnti. Cosa accomuna tutti i protagonisti della lotta senza quartiere alle correnti? Che queste nobili motivazioni vengono sempre utilizzate per fondarne una nuova, di corrente. Stavolta pura e immune da tutti i difetti che hanno quelle degli altri, naturalmente. Torniamo seri, per pietà". 

La sintesi di Pina Picerno è che "se vogliamo vincere la battaglia contro il malaffare serve un collettivo, servono tutte e tutti: correnti, spifferi, singoli e gruppi. Serve una cosa che assomiglia al Pd delle origini che é germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Tradizioni, perché di questo plurale abbiamo bisogno e ha bisogno il Pd. Tutto il resto, autocertificazioni, carte e cartuscelle", conclude la dem, "servono solo a lavarsi la coscienza, ma non a cambiare le cose". 

 

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