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Giuseppe Conte pronto a mollare Michele Emiliano

Annarita Digiorgio
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Ieri ad un evento organizzato da Michele Emiliano in cui il governatore ha annunciato «Taranto capitale della musica mondiale» era prevista la presenza dell’assessore regionale alla cultura, la 5stelle Rosa Barone, che invece non si è presentata. Chissà se è questa la “rivoluzione” annunciata da Conte sulla giunta pugliese e il suo rapporto con Emiliano, o ci rivelerà altri scoop. Sicuramente su una cosa Conte ha ragione: ora ci manca solo che dopo le primarie ritirate ritirino anche i candidati, e cominci il balletto dei nomi bruciati come in Basilicata.

Nello stesso evento Emiliano, nel tentativo di uscire dalla strettoia- o si fa piazza pulita, o si invoca la presunzione di innocenza per gli indagati ha invece detto «sono colpevoli ma stavano con voi». E mente. Per diverse ragioni. Stavolta senza neanche un Decaro a dirgli in dodici versioni diverse: «Emiliano non ricorda». Ieri in un profluvio di dichiarazioni senza contraddittorio il governatore pm ha detto: «Olivieri è stato eliminato da me sin dal 2014 quando non ha avuto più a che fare con noi. È andato via – ha continuato Emiliano in riferimento a Olivieri – e non si è mai più ricollegato a noi, ha sempre avuto a che fare con il centrodestra, con D’Attis e con il viceministro Sisto. Ha fatto la campagna elettorale loro. È lì che ha comprato i voti, facendo la campagna elettorale per D’Attis e per Sisto».

 

 

LE PROVE VIDEO - Eppure è facile ritrovare in rete il video quando proprio nel 2014 Emiliano, all’epoca presidente regionale del Partito democratico, va nella sede di Realtà Italia, il partito di Olivieri, per siglare l’alleanza con lui e il suo movimento: «Io sono il capo del centrosinistra in Puglia, se qualcuno dei miei ha sbagliato chiedo scusa io».

E infatti grazie a quel patto alle elezioni amministrative del 2014 Olivieri portò con la sua lista diecimila voti a Decaro, che poi nominò vicesindaco un esponente di quella lista. E ci rimasero fino al 2018, quando poi, come era già documentato dalle cronache locali dell’epoca, Olivieri riuscì a candidare l’ex presidente del consiglio del Pd, Pasquale Di Rella, alle primarie del centrodestra come cavallo di troia. E infatti Di Rella grazie al metodo Olivieri riuscì a battere alle primarie i candidati sindaco di Fdl e Lega (Melchiorre e Romito, papabili anche oggi). I partiti di centrodestra, battuti alle primarie da un cavallo di troia ex piddino, non fecero mai campagna elettorale per lui, limitandosi ai voti di preferenza personale. Come dimostrato dalla totale assenza di comizi di coalizione con il candidato sindaco. Tant’è che lo stesso Di Rella, dopo meno di un anno, insieme alla moglie di Olivieri, ritornano tra le fila di Decaro. E alle Regionali sostennero Emiliano, come dimostra una foto di agosto 2020 in cui Anita Maurodinoia ringraziala moglie di Olivieri per il sostegno elettorale a lei, il Pd ed Emiliano.

 

 

Lo ha ricordato bene ieri Mauro D’Attis, coordinatore regionale di Forza Italia: «Di Rella vinse le primarie, ma sin dall’inizio della campagna elettorale scomparve e avevamo addirittura difficoltà a reperirlo. Oggi tutto è chiaro: siamo stati vittime di un tranello organizzato con una regia chiara e Di Rella era un cavallodi Troia mandatoci dal centrosinistra. Del resto - prosegue D’Attis - non sarà un caso se i consiglieri della civica di Di Rella passarono con Decaro appena eletti. In quei giorni, si parlava così tanto di boicottaggio, che alcune voci collegavano l’esito delle amministrative di Bari con la vittoria di un appalto della Regione Puglia per la realizzazione dell’ospedale San Cataldo di Taranto».

Riferito al fatto che il braccio destro di Olivieri, Nicola Canonico, anche lui ex consigliere regionale del Pd, anche lui oggi imputato per corruzione elettorale in un altro comune, vinse l’appalto per la costruzione dell’ospedale di Taranto, e della commissione esaminatrice faceva parte il capo di gabinetto di Emiliano (Stefanazzi, ora parlamentare Pd condannato in primo grado per finanziamento illecito).

LE CANDIDATURE - Emiliano dice anche che «per quanto riguarda la mia amministrazione, Anita Maurodinoia si è comportata benissimo e perfettamente. Non ha mai dato segni di utilizzare metodi sbagliati». Eppure la stessa era indagata, esattamente come e per gli stessi reati di oggi, sin dalle elezioni del 2015, sempre a sostegno di Emiliano. Come lo era alle Comunali del 2019, e alle Politiche del 2022 quando il Pd nazionale decise di candidarla nel listino bloccato alla Camera (non è scattata solo per il tonfo del Pd nel collegio pugliese).
 

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