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Puglia, arrestato Pisicchio: ex assessore e fedelissimo di Emiliano, altra bomba sul Pd

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Non si fermano gli arresti in Puglia: la Guardia di Finanza ha fermato altre 5 persone. A finire in manette sono ora l'ex assessore della Regione Puglia Alfonso Pisicchio e suo fratello Enzo. Proprio questo pomeriggio Alfonso aveva rassegnato le sue dimissioni dall'Arti, l'agenzia regionale per la tecnologia e l'innovazione. Il leader di Senso Civico, vicino a Emiliano e suo assessore durante la scorsa legislatura del governatore, aveva motivato la sua scelta come naturale poiché aveva portato a termine il suo compito.

"Questo pomeriggio ho rassegnato le mie dimissioni da commissario straordinario dell'Arti Puglia. Tale decisione, che avevo da tempo maturato, dipende innanzitutto dal compimento di fatto del mio incarico di commissario straordinario, volto sin dall'inizio a predisporre le modifiche statutarie necessarie all'iter di istituzione della nuova agenzia, ai fini dell'integrazione delle attuali competenze con quelle relative all'innovazione tecnologica. In secondo luogo (ma non meno importante), il mio desiderio di dedicarmi a tempo pieno alla mia carriera accademica e ai miei studenti quale docente dell'Accademia di Belle Arti di Bari". La giunta di Emiliano, nel corso della stessa giornata, ha quindi nominato nuovo commissario straordinario Cosimo Elefante, dirigente della Regione Puglia.

Pisicchio è un fedelissimo di Emiliano, tanto che aveva ricoperto il ruolo di assessore all'Urbanistica nella sua prima giunta. Nel 2020 il suo nome era già finito sotto la lente di ingrandimento delle forze dell'ordine. Gli era stato recapitato un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla promessa di assunzioni in cambio di voti.

I fratelli Pisicchio sono stati posti agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta della Procura di Bari. I reati contestati all'ex assessore, arrestato con altre 5 persone sono corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti. È in corso il sequestro dei beni di due dei soggetti indagati per un valore complessivo di circa 800.000 euro.

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