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Zanchini, scivoloni e amnesie dei maestrini rosso

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L’imprevedibile e capricciosa regia del caso sa far bene le cose: è significativo – un’autentica nemesi perla sinistra e il suo antico complesso di superiorità – che lo sgradevolissimo scivolone del conduttore Rai Giorgio Zanchini sia avvenuto proprio nelle ultime ventiquattro ore, alla vigilia della ricorrenza di oggi. Questa edizione di Libero vi spiegherà tutto al riguardo: scuse e arrampicate sugli specchi a parte, resta il fatto che a una persona di destra (nel caso specifico, alla parlamentare Ester Mieli) si può fare e chiedere di tutto. Immaginate cosa sarebbe successo se un giornalista “di destra” avesse osato interrogare una deputata di sinistra sulla sua fede religiosa o magari sul suo orientamento sessuale. Sarebbe stato messo al rogo dall’inquisizione progressista.

Intanto, che giorno sia oggi lo sapete fin troppo bene: ci hanno letteralmente sfinito con l’uso politico del 25 aprile. Vale la pena di ricordare che l’intuizione degasperiana di questa festa era ispirata al tentativo di pacificare. «Aiutateci» disse De Gasperi in un celebre discorso rivolgendosi in primo luogo ai partigiani «a superare lo spirito funesto delle discordie. Si devono lasciar cadere i risentimenti e l’odio. Si deve perdonare» (...)

 

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