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Elly Schlein contro destra e Meloni: "A rischio i fondamentali della democrazia"

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"Basta con la normalizzazione della destra nazionalista": Elly Schlein lo ha detto a margine della conferenza del Pse a Berlino, dove è stata firmata la dichiarazione contro le alleanze con la destra nazionalista. "Per noi è molto importante essere qui oggi con la famiglia socialista, firmando questa dichiarazione congiunta che è anzitutto un impegno a dire mai alleanze o coalizioni con le forze nazionaliste di destra - ha continuato la leader dem -. Questo vale sia per i conservatori guidati da Giorgia Meloni che per il gruppo Identità e Democrazia di cui fa parte Matteo Salvini e di cui fa parte Marine Le Pen". 

La segretaria del Pd ha poi rilanciato l'allarme sulla libertà di stampa, già smentito dai dati relativi alle graduatorie degli anni passati: "Se siamo qui" è anche perché "si mettono a rischio alcuni fondamentali della nostra democrazia, come purtroppo abbiamo già visto accadere in alcuni Paesi europei, e parte di questa dichiarazione riguarda anche il muoversi a difesa del pluralismo e dell'indipendenza dei giornalisti e della stampa, per cui noi continueremo a batterci". 

 

 

 

Immancabile il dito puntato contro il governo Meloni: "È grave che dopo un anno e poco più di governo Meloni abbiamo visto calare l'Italia di 5 posizioni nel raking di Reporters Sans Frontière. Ma non ci stupisce vista l'occupazione militare del servizio pubblico che smette di essere tale per diventare megafono del governo e continueremo a dare solidarietà a quei giornalisti che invece dentro la Rai cercano ogni giorno di fare il loro mestiere. Abbiamo visto la censura di intellettuali o scrittori o monologhi che non erano graditi".  

Il riferimento della Schlein è alla classifica della libertà di stampa in cui l'Italia si è posizionata 46esima quest'anno. A sinistra, però, in molti hanno dimenticato che questa non è affatto la posizione peggiore per il nostro Paese. Anzi. Nel 2022, per esempio, quando era al governo Mario Draghi, l'Italia era addirittura al 58esimo posto. Per non parlare di quando a Palazzo Chigi c'era Paolo Gentiloni, nel 2016, e il nostro Paese scivolò al 77esimo posto. 

Tornando alla Dichiarazione firmata dal Pse, poi, la leader dem ha spiegato che  si tratta anche della "risposta più forte alle gravi dichiarazioni di qualche giorno fa (della presidente della Commissione europea e candidata di punta del Ppe) Ursula von der Leyen, che ha invece aperto ad un'alleanza anche con le forze conservatrici, le forze nazionaliste. Noi diciamo no". 

 

 

 

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