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Europee, è caos ai seggi: da Palermo a Bari, mancano presidenti e scrutatori

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Neanche il tempo di aprire i seggi per le elezioni europee - e, in alcuni casi, anche per quelle regionali e comunali - e già alcune città sono andate completamente nel caos. Già, perché oggi, sabato 8 giugno, e domani, domenica 9 giugno, i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimere le proprie preferenze su chi sederà nei prossimi anni al Parlamento europeo. Un evento di importanza mondiale, che determinerà il futuro dell'Unione europea e che inciderà anche su varie tematiche quali guerre, politiche green e rapporti internazionali. Ma, viste le premesse, in Italia si è già partiti con il piede sbagliato.

Dopo il caso di Palermo, dove si è registrata una valanga di rinunce tra gli scrutatori sorteggiati – 1.700 i “no” su 2.400 estratti -, anche a Bari gli uffici comunali hanno dovuto rispondere alla poca appetibilità degli incarichi elettorali. L’Ansa scrive che nel capoluogo pugliese, su 346 presidenti di seggio individuati, in 200 si sono ritirati. Come riporta Dagospia, questione, qui come in Sicilia, sarebbe squisitamente economica: per i presidenti di seggio la retribuzione è pari a 246,50 euro, mentre per segretari e scrutatori ammonta a 188 euro. Ad ogni modo, l’agenzia di stampa fa sapere che gli uffici comunali di Bari sono riusciti a individuare i sostituti necessari per sopperire al forfait dei 200 presidenti. 

 

Diverse le difficoltà nella costituzione dei seggi, a Roma. A segnalarle è Antonio De Santis, capogruppo della Lista civica Raggi nell’Assemblea capitolina. "A poche ore dall’apertura dei seggi elettorali, il sistema messo in piedi dall’amministrazione Gualtieri è in grave crisi. Dopo l’umiliazione di ieri ai dipendenti costretti a una lunga e inspiegabile fila sotto il sole in Via Petroselli, oggi a essere in affanno è il sistema informatico comunale per l’inserimento dei dati. Per non parlare delle difficoltà a surrogare i presidenti dei seggi. Lo spettacolo che vediamo in queste ore - ha poi aggiunto - dimostra tutta la fragilità di un’amministrazione che, non dialogando, o limitandosi sempre e comunque ad accusare i predecessori, mette in luce tutti i propri limiti".

 

 

 

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