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Giuseppe Conte, piazza deserta a Bari: la foto che spaventa il M5s

Annarita Digiorgio
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Come c’era da aspettarsi Giuseppe Conte ha deciso di chiudere la campagna elettorale al Sud, suo grande bacino elettorale ai tempi del reddito di cittadinanza. Quando chi “guadagnava” il sussidio senza lavorare riempiva le piazze dei cinque stelle. Ora ai comizi di Conte, prima a Bari poi a Palermo, non ci sono più neanche i navigator, leggendari impiegati per cercare lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza, e che invece lo trovarono solo a sé stessi. Proroga dopo proroga, finché il governo Meloni, nonostante la pressione sindacale, ha avuto il coraggio di mandarli a casa. 

Del resto erano stati assunti solo per 18 mesi, e non avendo raggiunto nessun risultato non si capisce su che base i 5 stelle ne pretendessero la stabilizzazione. Nei comizi di Conte ora non ci sono più né loro, né i percettori. Che secondo i dati dell’occupazione finalmente, tolto il sussidio alla vagabondaggine, si sono messi a lavorare. Flop totale sia a Bari che a Palermo, come evidenziano le foto. A questo punto a Conte non resta che buttarla sul pacifismo: «Siamo a un bivio storico: dobbiamo votare per la pace, dobbiamo votare per il M5S perché c'è il rischio che i nostri figli vadano in guerra in Ucraina - urla a Palermo Non possiamo permettere che l'Italia venga trascinata in una terza guerra mondiale». È pronta anche la storiella strappa lacrime: «Ho incontrato un papà che piangendo mi ha detto: ho due figli marinai, ti prego non farli andare in guerra». Ma allora perché si sono arruolati?

 

Poi se la prende con Meloni e Draghi: «Noi abbiamo fatto votare una mozione al parlamento per la de-escalation, e loro lo hanno tradito. Il primo aiuto di invii militari che abbiamo votato serviva solo a contrastare l'aggressione iniziale e non a portare l'Italia in guerra. E invece prima Draghi e poi Meloni si sono tuffati in una strategia dell'escalation militare non rispettando il vincolo del Parlamento».

Secondo Conte «il partito delle armi non conosce differenze fra destra e sinistra, arruola tutte le forze politiche; quasi tutte, noi siamo qui». Siamo passati da «tutti i partiti rubano, tranne i 5 stelle», leitmotiv con cui i grillini arrivarono al governo della Nazione promettendo che non si sarebbero mai alleati con nessuno, al «solo noi vogliamo peace&love».

 

 

In realtà il tema della “pulizia” torna al comizio di Bari. Conte prova a uscire indenne dall’inchiesta sui rapporti politico mafiosi che ha portato all’arresto di 130 indagati travolgendo il centrosinistra pugliese: «Voi a Bari avete toccato con mano gli scandali, che livello di contaminazione la politica ha raggiunto con il malaffare, potete rimanere indifferenti? Volete rimanere indifferenti rispetto al voto di scambio politico mafioso, con i tariffari per comprare il voto?». Però Conte di quella maggioranza fa ancora parte, e continua a sostenere il governo Emiliano.

E da domani, se il centrodestra non vincerà al primo turno, sarà disposto a sostenere anche l’alleanza alle comunali con gli uomini di Decaro ed Emiliano. Gli stessi che oggi attacca sul palco insieme al candidato Michele Laforgia: «A Bari c’è ancora la commissione ispettiva che concluderà i suoi lavori probabilmente a settembre, dopo che ci saranno il nuovo sindaco e la nuova giunta - ha detto il candidato metà grillino metà vendoliano - Non possiamo permetterci di retrocedere a Comune sciolto per infiltrazioni mafiose e per questo abbiamo a disposizione il voto per il candidato e i candidati diversi da quelli che abbiamo avuto finora (quelli di Decaro ed Emiliano, ndr)».

 

ATTACCO AL PONTE
A Palermo invece Conte attacca il Ponte sullo stretto: «Hanno tolto soldi dalla Sicilia e dalla Calabria per fare il Ponte. È uno spreco di risorse e consulenze» dice il papà del superbonus, che di miliardi ne ha sprecati 80, mettendo un pizzo sulle manovre dei prossimi venti anni. E la proposta? «Un nuovo reddito di cittadinanza, europeo!» Tutti i cittadini di Europa a grattarsi l’ombelico, questa la promessa di Conte al sud.

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