
Rissa alla Camera, il piddino Scotto punito: "Io sanzionato ma non capisco perché"

"Sono stato sanzionato ma ancora non capisco il perché": il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, lo ha detto a proposito della decisione dell'ufficio di presidenza della Camera di sospenderlo per due giorni dai lavori del Parlamento a seguito della rissa scoppiata a Montecitorio due sere fa, mentre si parlava di autonomia differenziata e premierato, due riforme care al governo Meloni. Il caos è cominciato quando il deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno, ha provato a dare il tricolore al ministro Roberto Calderoli. In molti, a quel punto, sono scesi dai propri banchi, accalcandosi al centro dell'Aula.
Ora, però, Scotto contesta la sanzione: "Come è evidente dai video non ero nell'emiciclo durante l’aggressione al deputato Donno. Forse sono stato sospeso perché antifascista e ho protestato in maniera forte quando un deputato leghista ha fatto il segno della Decima Mas in Aula. Ogni sincero democratico dovrebbe indignarsi. D’altra parte, dopo l’inchiesta di Fanpage a PiazzaPulita sull’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia molte cose sono più chiare". Il riferimento è all'inchiesta condotta da una giornalista sotto copertura di Fanpage mostrata ieri nella trasmissione di Corrado Formigli su La7.
"Tanti - ha continuato Scotto - avranno notato come il deputato Trancassini nei video faceva il saluto gladiatorio nelle adunate dei giovani di FdI. E Trancassini, in quanto questore, è tra quelli che più ha spinto in Ufficio di Presidenza per la sospensione mia e degli altri colleghi del Pd. Una scelta politica, dunque. Sulla quale sarebbe giusto riflettere. Ma io dai fascisti non mi faccio giudicare".
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