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Elly Schlein, "uniamo le forze": vogliono la patrimoniale

Alessandro Gonzato
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Allons enfants de la Patri... moniale. Dalla Marsigliese alla famigerata gabella sugli italiani. Mesdames et messieurs, il Pd – ispirato dal programma dell’ammucchiata francese anti Le Pen – ha trovato la bandiera sotto cui riunire le opposizioni per contrastare il governo «delle destre». Nello stendardo, tra gli altri, già garriscono i volti di Schlein, Fratoianni, Bonelli, Salis, Magi, Landini, in attesa di quelli di Conte (finora scettico) e Soumahoro (forse teme che la patrimoniale possa colpire il diritto all’eleganza della moglie, ma non ci sono conferme). Sono questi i capi della sinistra. Tutti in fila, in ordine come le stelle della bandiera americana, e di spazio ce n’è ancora. Il vessillo dei pirati faceva meno paura.

IL PROCLAMA
«La patrimoniale? Bisognerebbe trovare un punto d’incontro tra forze che hanno idee diverse», ha dichiarato Elly Schlein a “In Onda”, su La7. «Non l’avevamo nel programma», ha aggiunto la capo dem, «ma c’era il tema della redistribuzione delle ricchezze. Serve progressività». Che nei programmi dei partiti di sinistra è la solita supercazzola per mettere le mani nelle tasche degli sventurati connazionali. Il Pd è in solluchero perché ha vinto le elezioni a cui non ha partecipato, un classico. Elly è eccitatissima, come alle gite delle superiori, zainetto col succo di frutta, panino imbottito e canzonette sul torpedone. L’idea dell’attacco ai beni privati la manda in visibilio: «La Costituzione», ha tenuto a sottolineare, «dice che è giusto che chi ha di più contribuisca in proporzione maggiore al benessere collettivo». La Costituzione (articolo 116 e 117) prevede anche l’autonomia differenziata, ma a volte – si sa – la sacra carta è un po’ meno sacra.

 

Il nostrano clan della Marsigliese, in giuggiole per l’impresa posticcia di Mélenchon, s’è messo in testa l’idea meravigliosa di vessare i connazionali. È la vie en rouge, e i progressisti sono già quasi tutti d’accordo. Non è solo una pensata che esce dal fantastico mondo di Elly. Nel Pd, per dire, la neo eurodeputata Cecilia Strada ne ha fatto un mantra: «Serve una tassa patrimoniale», ha ripetuto nelle settimane prima del voto, «il Pd deve chiedere i soldi a chi li ha». E dire che il Pd, come i suoi antenati, i soldi li ha sempre chiesti sopratutto a chi non ne aveva.

Et voilà, Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana: «Comincio a pensare che l’idea di una patrimoniale spaventi sempre meno», aveva già affermato un paio di mesi fa citando un sondaggio pubblicato dal Fatto Quotidiano secondo cui gli italiani non vedevano l’ora dell’introduzione dell’imposta. «Io», aveva informato il Fratoianni, «ho presentato una proposta di “next generation tax” che proponeva una tassa patrimoniale progressiva, e di gente contraria ne ho trovata pochina».

Dove c’è Fratoianni c’è Angelo Bonelli: «Questa misura permetterà di recuperare una media ponderata di 60 miliardi di euro in 5 anni». Ponderata, mi raccomando: il capo dei Verdi è un tipo preciso, ha fatto i calcoli, come quando era sicuro che fosse stata Giorgia Meloni a prosciugare l’Adige, di cui il Bonelli aveva brandito i sassi in parlamento. «Sono fondi necessari», è l’idea dell’ambientalista, «per garantire uno sviluppo sostenibile e inclusivo, senza tagli alla spesa pubblica, per sostenere una transizione ecologica socialmente desiderabile e sostenibile». Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo? No, io... scusi, noi siamo in quattro... come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina?

L’arruffatissimo Bonelli non sta nella pelle per la micidiale “Isf” francese, la gabella con “componente climatica” con cui, a Parigi, la sinistra vuole arraffare 15 miliardi all’anno, che erano 5 prima che Macron la abolisse (una delle poche cose sensate fatte), e questo fa capire la portata del salasso. Ma è proprio questa la ghigliottina che eccita i compagni. È il sogno ricorrente di Maurizio Landini, il leader della Cgil: «Con una patrimoniale si avrebbero più entrate con cui poter abbassare le tasse».

 

PUGNO CHIUSO
Al Fronte Patrimoniale partecipa pure Rifondazione Comunista il cui massimo rappresentante, Maurizio Acerbo, ha posato pochi giorni fa nella foto anti-autonomia. Nello scatto anche il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, il capo dei partigiani. Tutti sostengono che vogliono tassare «i ricchi», ma è la consueta recita per preparare il terreno di caccia. Le prede siamo noi. Più che di Robin Hood la sinistra ha la fama di Re Giovanni del cartone della Disney: Ci tartassa con le tasse e ci porta tutto via/ ma un giorno lui si pentirà di ogni ruberia, canta l’orso Little John.

Speriamo che quel giorno non arrivi mai. Dimenticavamo: del Fronte Patrimoniale fa parte a pieno titolo anche il WWF, che si è schierato contro le riforme del governo, che però non riguardano gli animali. Forse Elly e il capo del WWF vogliono tassare anche uccelli e tartarughe.

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