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Elodie, la spallata della partigiana (a Miami): Elly Schlein, scansati…

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Rieccola, la partigiana Elodie. Da Miami con furore. Furore anti-Meloni, ovvio. In realtà la cantante è del Quartaccio, borgata del XIV municipio di Roma, ma lei non si riconosce più nel suo quartiere. Il motivo è presto detto: il primo partito è Fratelli d’Italia, che alle Europee ha superato il 30%. Per lanciare l’ennesimo attacco alla presidente del Consiglio, amplificato a dovere dai media anti-governativi, molto meglio il luccicante set della Florida, dove Elodie ha posato per il calendario Pirelli 2025. Foto in nome della libertà, ci mancherebbe: «Il corpo è parte fondamentale del modo di raccontarci e riprenderci la libertà di essere sensuali».

Pensieri che Elodie affida a Repubblica. Ma anche a Corriere della sera («uso il corpo per manifestare le mie scelte») e Stampa («Sono stata educata alla libertà di espressione con il mio corpo»). Solo che dalla rivendicazione del diritto a «raccontare» qualcosa di sé attraverso il fisico al sermone sulle «donne che in Italia non sono libere neppure di girare come vogliono» per colpa di un Paese che si sposta a destra, il passo è brevissimo. E qui Elodie - non nuova a indossare i panni dell’eroina progressista, basti pensare alle annuali filippiche in occasione dei gay pride - su Repubblica si produce nel nuovo attacco a Meloni nel nome dei «diritti minacciati».

 

«È evidente il problema dei diritti acquisiti. Attaccando i gay, o l’aborto, si attacca la libertà. La cosa per cui soffro di più è che sia una donna a farlo. Come può non accorgersi di lavorare per gli interessi degli uomini? È un atteggiamento imperdonabile. Non si può toccare la libertà di scelta. Il nostro è un Paese democratico, dovremmo ricordarcelo sempre. Se poi vogliamo fare altro... Non ho simpatia per questo governo, perché per me la libertà è sinonimo di felicità».

 

Segue, in piena continuità con il pensiero della “sinistra ztl”, l’incredulità per il suo Quartaccio che ha svoltato a destra - «perché c’è paura (...). E quando le persone vedono personaggi pubblici gridare, comprensibilmente sono d’accordo con loro (...). È facile sedurre chi non ha strumenti» e, imbeccata dal quotidiano, la condivisione dell’allarme per la democrazia Usa in pericolo per «la cancellazione dell’aborto da parte della Corte Suprema» (falso: la materia è stata demandata ai singoli Stati).

Insomma, abbastanza per suscitare la reazione di Fratelli d’Italia. Il partito della premier reagisce attraverso la senatrice Donatella Campione, componente della commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio. «A Elodie rispondo che è triste che una donna attacchi in modo così violento un’altra donna solo perché è presidente del Consiglio e non la pensa come lei», dichiara in una nota la parlamentare, avvocato e primo firmatario di un disegno di legge che introduce la violenza contro le donne come arma di guerra. Campione invita la cantante a uscire dall’equivoco «di voler contrabbandare l’esibizione del corpo come attività intellettuale. La eserciti serenamente come altre sue colleghe che non avvertono il bisogno il far passare un servizio fotografico per un’attività metafisica». Fuori di metafora: «Se Elodie vuole far parlare il suo corpo per esprimersi liberissima di farlo, ma per favore ci risparmi i sermoni vecchia maniera».

Su Instagram, la giornalista sportiva Paola Ferrari (candidata con La Destra nel 2008 e sostenitrice di Fdi con un contributo elettorale) posta una foto di Elodie in posa tutt’altro che casta ricordando che «rivendicare la lotta al patriarcato facendo vedere il “lato b” è profondamente scorretto. Le donne hanno altri valori». Tanto basta ad Angelo Bonelli, uno dei leader di Alleanza Verdi Sinistra, per gridare all’aggressione politica: «L’attacco rabbioso di Fratelli d’Italia conferma ancora una volta quanto questa destra non tolleri critiche e reagisca in modo scomposto e offensivo. Elodie ha detto cose obiettive», mentre dal partito di Meloni sono arrivate «reazioni offensive e scomposte». «La destra attacca Elodie perché è una donna libera», aggiunge Marco Grimaldi, vicecapogruppo alla Camera.

Insomma, sul banco degli imputati è finita la senatrice di Fdi. Contattata da Libero per una controreplica, Campione non si scompone: «Nessuna rabbia. Solo una doverosa reazione a questi continui attacchi. Elodie non è una qualunque, il suo pubblico è vasto.

Non mi piace quando in nome della libertà di una donna si attacca un’altra donna con affermazioni vaghe, fumose, da analisi sociologica». Anche perché un conto sono gli slogan, altro la realtà, visto che «proprio durante il governo Meloni le donne hanno occupato posizioni mai raggiunte prima» (il riferimento, solo per restare agli ultimi casi, è a Daria Perrotta ragioniere generale dello Stato e a Giuseppina Di Foggia amministratore delegato di Terna). Chiusura sull’analisi di Elodie sul perché il consenso di Meloni non cali: «Forse è a disagio perché anche il suo quartiere ha abbandonato la sinistra?».

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