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Giulio Tremonti punta il dito su Israele e Occidente: "Un grosso problema", cosa ci aspetta

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"Qualcuno in Occidente dovrebbe fare un mea culpa. E non solo Israele". Secondo Giulio Tremonti, più volte ministro dell'Economia e già vicepremier nei governi di Silvio Berlusconi e oggi a capo della Commissione Esteri della Camera, "ciò che in Medio Oriente sta accadendo oggi nasce da una serie di errori fatti in passato, un po' da tutti".

In una lunga intervista al Corriere della Sera Tremonti, eletto tra le fila di Fratelli d'Italia, al giornalista che fa notare come Israele sia però arrivato a sparare sull'Onu risponde secco: "Le colpe sono di tutti. E, in crescendo, anche quelle di Israele. Ma conta la dimensione storica di quel che sta accadendo".

 

 

 

"Partiamo dai due cartelli che Bibi Netanyahu mostra alle Nazioni unite il mese scorso. Da una parte - sostiene l'economista - i nemici di Israele, dall'altra gli amici. La 'maledizione' e la 'benedizione'. II problema è che gli Stati 'amici' rappresentano una cinquantina di milioni di persone. I nemici alcune centinaia di milioni. E questo è un primo, gigantesco problema".

 

 

 

II secondo? "Guardando quei cartelli, impressiona ciò che non c'è più. Gli accordi Onu del 1948 prevedevano due Stati in Palestina. Non ci sono mai stati, in compenso ne sono stati distrutti altri tre: Libia, Siria e Iraq. E stiamo arrivando al quarto, il Libano. Se distruggi degli Stati, avrai una enorme massa di persone ostili perché hanno perso il loro mondo. Biden, giusto un anno fa, lo disse a Netanyahu: 'Non commettete i nostri stessi errori' dopo l'11 settembre. Là dove erano previsti due Stati, ne sono stati distrutti tre, ammesso che il Libano sia uno Stato. Anche se guardando le immagini, la differenza tra uno Stato e una Striscia la noti". "Stupisce che quello che sta accadendo ora non sia accaduto prima. E al posto dei due Stati hai due organizzazioni terroristiche, Hamas ed Hezbollah", conclude il professore.


 

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