Elly Schlein, la carnevalata del Pd contro "TeleMeloni"

La segretaria del Pd protesta in strada, sit-in davanti alla Rai: "Il governo boicotta i referendum". Ma è soltanto un modo per cercare di mascherare l’annunciato flop
di Alessandro Gonzatomartedì 20 maggio 2025
Elly Schlein, la carnevalata del Pd contro "TeleMeloni"
3' di lettura

Venghino signori venghino: il Pd grida alla censura di «TeleMeloni». Ieri il nuovo spettacolo (entrata gratuita) di fronte alle sedi nazionali e regionali della Rai. Idem poi – a breve entriamo nel dettaglio – sbraitano contro i partiti di governo che hanno annunciato l’astensione ai referendum di giugno.

È lo stesso Pd che a inizio 2024, ennesimo show, accusava «TeleMeloni» di oscurare la propria segretaria, e peccato che fosse una balla colossale dato che lo stesso Osservatorio di Pavia aveva chiarito che Elly era la leader più presente al Tg1. Inoltre stando agli ultimi dati Agcom il politico più loquace in Rai è proprio quello di Zurigo. Quelli dell’Osservatorio di Pavia erano i giorni in cui la capodem, assistita da un Sandro Ruotolo che stava per incatenarsi i baffoni al cancello, protestava davanti a Viale Mazzini contro il «boicotaggio», e peccato che vi fosse solo il cavallo, dato che i dirigenti erano a Sanremo per il Festival. L’equino ha comunque emesso nitriti antifascisti.

Il Pd che si scaglia contro il presidente del Senato La Russa perché ha annunciato che ai referendum si asterrà è lo stesso che per bocca di Pina Picierno, una dei vicepresidenti del parlamento Ue, dichiara che «non è corretto che uomini delle istituzioni invitino a non andare a votare». E cosa farà la Picierno ai referendum? «Ritirerò solo due schede su cinque», spiega al Corriere. Ma come, signora Picierno: e la correttezza degli uomini delle istituzioni? Forse per le donne è diverso.

Elly Schlein, sfregio a Meloni da Fabio Fazio: "Tradimento"

Questa mattina Elly Schlein sarà al presidio Rai a Roma, in via Teulada, per dire "Spegniamo TeleMeloni, acc...

Ieri, dicevamo, la nuova carnevalata del Pd, nel pomeriggio supportato dal resto dell’allegra compagnia (Magi però, il capo di +Europa, stavolta non s’è vestito da fantasma formaggino ma da Riccardo Magi). Alle 11.30 Elly, assieme a una trentina di dem, si è piazzata di fronte all’entrata Rai di via Teulada e ha impugnato un megafono giocattolo: «La Rai non deve dire cosa votare, deve informare sui referendum, ma i cittadini si vedono negata una corretta informazione». La segretaria, a caccia di scuse innanzi allo scontato flop - il quorum è un miraggio- sorregge un lenzuolo bianco con la scritta “No TeleMeloni”. Riparte: «C’è la questione del servizio pubblico, di una riforma che renda la Rai indipendente dai partiti», e lo sostiene la leader di un partito che a Viale Mazzini negli anni ha lottizzato pure il povero cavallo. Capitano tutte a lui.

La segretaria è rimontata in sella poco dopo le 17 nei giardini romani di piazza Vittorio Emanuele II. Con lei, al passo, gli altri capipartito. Ecco Maurizio Landini della Cgil, il paladino dei lavoratori che ha sottoscritto una dozzina di contratti collettivi sotto i 9 euro l’ora (alcuni a 5, altri a 6): «La censura anche da parte del servizio pubblico credo sia un errore politico che si rivolterà contro il governo. Questo è un voto che vuole ridare un futuro al nostro Paese investendo sul lavoro», a 5 euro l’ora. E ancora, il Landini: «La Russa invita a non votare? Dimostra che è una seconda carica dello Stato», e in effetti Landini vola più alto.

«La prima, il nostro presidente della Repubblica, ha detto esattamente il contrario», ma il riferimento non è a Napolitano il quale nel 2016 in vista del referendum sulle trivelle disse che «astenersi» era «legittimo». Per Fratoianni (Sinistra Italiana) «la destra è codarda e invita all’astensione perché non ha argomenti». Già: potrebbe chiederli in prestito alla sinistra. Se alle urne sarà fallimento, e lo sarà, la colpa ricadrà sulle camicie nere: costringeranno gli italiani ad andare al mare o in montagna, ma non a fare la resistenza.

Elly Schlein di giorno protesta contro la Rai e la sera va ospite...in Rai

Inscenano una protesta grottesca contro la tv di Stato, ma la loro leader è pronta a farsi intervistare proprio d...

E però Bonelli, dell’irresistibile duo Bonelli&Fratoianni, si lancia in una profezia ottimistica: «Credo che il clima di censura che si respira sarà un boomerang. Più gente come La Russa parla e più i cittadini andranno a votare. Sarà una soddisfazione vedere come le indicazioni di voto del camerata La Russa saranno disattese». Magi, di nuovo lui, gonfia le vene del collo: «Il governo ha paura». Tocca a Conte, tenetevi forte: «In un Paese normale ci sarebbe informazione. La democrazia può svilupparsi in modo sano solo in un contesto informato, ma non lo consentono. Bisogna andare a votare in massa “sì”. Dobbiamo vincere». Lo spettacolo finisce qui, per ora. Il popolo cinquestelle scandisce: «Cin-que sì/Cin-que sì». «Circensi si nasce», spiegava Moira Orfei, «come nel mio caso. Oppure circensi si diventa. Il nostro speaker ha due lauree, in economia e in ingegneria, ma è stato conquistato dalla magia del circo e non lo ha più lasciato».