Ormai la distinzione destra sinistra è superata. Politicamente parlando, conta di più la versione "uomo contro donna", meglio ancora se "donna contro donna". Soprattutto se la donna sconfitta è Giorgia Meloni. Su La Stampa è Flavia Perina a vergare un compiaciuto editoriale a pagina 17 in cui delinea il bilancio delle ultime sfide elettorali prendendo spunto da 4 casi specifici.
Ecco i nomi delle "donne che sconfiggono Meloni", allora: Alessandra Todde, presidente della Sardegna, la governatrice dell'Umbria Stefania Proietti, la neo-sindaca di Genova Silvia Salis e Vittoria Ferdinandi, primo cittadino di Perugia.
Alessandra Todde, FdI all'attacco: "Un misero fallimento"
Destino appeso a un filo. O meglio, al Consiglio regionale. Stiamo parlando delle sorti di Alessandra Todde, presidente ..."Le vittorie che hanno spiazzato il centrodestra - sottolinea - portano tutte una firma rosa". Segno che "l'effetto della premiership femminile ha agito di più sul fronte progressista". "Vai a vedere che l'effetto Giorgia Meloni c'è davvero, ma si manifesta nel più imprevedibile dei modi - sottolinea Perina -. Da un lato punisce la destra titolare di molti primati in materia di donne – prima premier, prima presidentessa del Senato, prima capa di questo e quello – ma avara di nomination femminili quando sceglie le candidature di territorio. Dall'altro, premia il mondo di sinistra, per molti anni scavalcato dai conservatori nella gara dell'enpowerment politico femminile e adesso, quasi casualmente, diventato agente del contropotere rosa".
Silvia Salis si è montata la testa: "Incontro con Giorgia Meloni"
"Credo che l’esempio di Genova debba portare un’altra riflessione che non è sulla mia persona, m...Verrebbe da contestarle il fatto che a poco più di un anno dalla vittoria alle urne, la Todde non se la passa benissimo. O che Elly Schlein, segretaria del Pd, da tempo è alle prese con una fronda (tutta maschile, ovviamente) che sta cercando i modi e i tempi giusti per farla fuori (e magari sostituirla. Con chi? Con Paolo Gentiloni). Ma parrebbe crudele.
Meglio crogiolarsi in pensieri rassicuranti come quello secondo cui finalmente (e per merito della sinistra!) sta cadendo il pregiudizio per cui le donne non votano le donne ("Per il fattore Eva contro Eva") e gli uomini non votano le donne "perché obbedire a una signora non è nel dna nazionale". Che dire, la rivoluzione copernicana era già avvenuta nel 2022 e con il risultato più clamoroso, quando gli elettori (di centrodestra) hanno votato in massa la Meloni (una donna) per farla diventare premier (altro che quote rosa).
Fausto Brizzi svela: "Da noi vige il matriarcato, spesso sono indicato come Fausto Salis"
Fausto Brizzi sembra vivere all'ombra della moglie. "Mia moglie potrebbe rubarmi il mestiere in cinque minuti -...Proprio su quell'evento ormai consegnato alla storia della Repubblica Perina prova a fondare il perno del suo ragionamento: "Per paradosso (la vittoria di Meloni, ndr) ha incoraggiato i passi avanti delle donne di sinistra, prima con l'investitura popolare ad Elly Schlein e poi con l'affermazione sui territori di donne capaci di gestire campagne elettorali complicate, accordi, liste, strategie, e missioni quasi impossibili di riconquista su territori persi da tempo. Riconoscere che quell'effetto c'è davvero, e tenerlo in considerazione oltre le vanterie da talk show, potrebbe essere un punto di ripartenza per la coalizione di governo". Insomma, siamo alle solite. La sinistra sale in cattedra e chiede agli altri di prendere appunti. Uomini. E donne.