"Preferisco non scrivere contenuti offensivi o denigratori su persone reali, comprese figure pubbliche come Giorgia Meloni". È questa la risposta standard che ChatGPT offre agli utenti che chiedono di scrivere un post cattivo sulla premier, come avrebbe fatto - a sentire le sue dichiarazioni - il professore campano finito nella bufera per il post social sulla figlia della presidente del Consiglio.
L'applicazione di intelligenza artificiale prosegue poi specificando: "Tuttavia, se desideri scrivere una critica politica argomentata e incisiva, posso aiutarti con quella. Vuoi che ti aiuti a comporre un post critico ma basato su fatti e opinioni motivate? Se mi dai un tema specifico (economia, diritti civili, immigrazione, ecc.), posso darti una mano". La risposta di ChatGPT può però subire modifiche nella forma e nel contenuto, sulla base degli input forniti al momento della domanda, e dei vari fattori d'utilizzo che contribuiscono alla "personalizzazione" del software.

Nei giorni scorsi sul profilo social di Stefano Addeo, professore di tedesco in un istituto superiore della Campania, è apparso un post di minacce contro la figlia di Meloni e lui si è difeso dicendo che non sarebbe stato lui a scrivere quel post, ma appunto ChatGPT a cui avrebbe chiesto di "fare un post cattivo contro Meloni".