Pina Picierno rincara contro Schlein: "Scontro muscolare e inconcludente"

Nuovo durissimo attacco dell'europarlamentare contro la segretaria del Pd dopo il flop al referendum
martedì 10 giugno 2025
Pina Picierno rincara contro Schlein: "Scontro muscolare e inconcludente"
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Tra i dem, dopo il grande flop al referendum è scattata la resa dei conti. La segretaria Schlein è indubbiamente sulla graticola ma a quanto pare di mollare la presa non vuole saperne. E così le parole di Pina Picierno, la voce più critica all'interno del Nazareno sulla linea della segretaria si fa sentire: "In politica il senno di poi serve a poco. È più utile il senno di prima. Ed era evidente che rivolgere lo sguardo al passato non avrebbe raccolto il consenso degli italiani. Abbiamo ceduto a una polarizzazione che rappresenta sempre meno la pluralità del Paese, si avverte anche nella scarsa affluenza di questi anni. Quando destra e sinistra si radicalizzano per fare il pieno dei rispettivi campi c'è un intero pezzo di Paese che resta fuori. Per inciso, quella identitaria è una scelta che è sempre stata avversa alle forze progressiste", afferma in una intervista al Corriere della Sera. È stato "un regalo" alla destra, "purtroppo, un enorme regalo. La destra ha ripreso fiato proprio nel momento in cui erano più in affanno. In difficoltà in politica estera, in difficoltà sulla politica industriale, in difficoltà sulle scadenze europee del Pnrr".

E su cosa si aspetta ora dai vertici del suo partito, la Picierno ha le idee chiare: "Mi aspetto che almeno non vengano usati mezzi termini o acrobazie assolutorie con calcolatrice alla mano - risponde Picierno -. Mi pare evidente che l'alternativa di governo non si costruisce agitando feticci del passato. C'è un nuovo mondo là fuori che ci chiede soluzioni coraggiose alle sfide di oggi. Guardiamo avanti". "Il successo della destra in Italia è profondo, non è una meteora. Pensare a scorciatoie o fantasticare su spallate prossime non servirà. Le spalle conserviamole per un'alternativa credibile, perché dovranno essere molto larghe per competere e convincere la maggioranza degli italiani", aggiunge.

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Infine la bordata più pesante che riguarda la mancanza di affiatamento, per dirla con un eufemismo, all'interno del campo progressista: "Bisogna uscire da uno scontro muscolare e inconcludente. Parliamo dei fatti, della realtà delle cose: non c’è una riforma che sia una. Ripartiamo dalla competitività delle nostre imprese, dall’autonomia strategica e difensiva dell’Europa, dal potere d’acquisto del ceto medio, dalla tutela di famiglie e lavoratori precipitati nella spirale delle povertà. Ripartiamo da qui. Stretto o largo che sia, è il campo e il confronto che serve al Paese".

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