L'ultimo delirio: oggi sciopero per l'Iran

di Tommaso Montesanovenerdì 20 giugno 2025
L'ultimo delirio: oggi sciopero per l'Iran
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I primi disagi sono iniziati ieri sera, con l’avvio dello sciopero di 24 ore dei lavoratori del trasporto ferroviario. Ma è oggi che gli italiani subiranno i disagi maggiori della serrata di 24 ore proclamata dai sindacati di base Cub, Sgb, Usb e Si Cobas, che coinvolgerà il settore pubblico e privato. Una mobilitazione che avrà le ripercussioni più pesanti sul fronte della mobilità, visto che in ogni città incroceranno le braccia anche i dipendenti delle aziende del trasporto pubblico locale, con modalità che variano a seconda della città. In agitazione pure il comparto aereo, dove lo sciopero di 24 ore riguarda non solo gli equipaggi, ma anche il personale di terra e i controllori di volo. Sono coinvolte molte compagnie, tra cui Ita Airways (32 i voli cancellati), Ryanair, EasyJet e WizzAir.

Le città dove si terranno manifestazioni sindacali sono Roma (due piazze); Milano (due piazze); Torino; Genova; Trieste; Bologna; Firenze; Livorno; Pisa; Frosinone; Pescara; Napoli e Catania. Poi ci sono i metalmeccanici. Proprio ieri è stata ufficializzata l’agitazione di otto ore dei lavoratori aderenti a Fiom, Fim e Uilm. «Scioperiamo in tutta Italia svuotando le fabbriche e riempiendo le piazze per rinnovare il contratto collettivo di lavoro», ha detto Michele De Palma, leader della Fiom.


Lui oggi a sarà a Napoli, mentre Ferdinando Uliano (Fim) e Rocco Palombella (Uilm) saranno a Bologna e Mestre. E manifestazioni regionali sono attese a Udine, Trento, Bergamo, Aosta, Torino, Genova, Firenze, Ancona, Perugia, Lanciano, Roma, Bari, Potenza, Vibo Valentia, Palermo, Cagliari.
Dalla Cgil è arrivata la benedizione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: «Siamo al fianco delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici». Con quelle di oggi, diventano quaranta le ore di sciopero nel settore. Dalla politica è arrivato il sostegno di Avs. «Saremo in piazza accanto alle organizzazioni sindacali», ha promesso Tino Magni, senatore già in segreteria nazionale Fiom Cgil. E poco più tardi è stato il turno del Pd. «Siamo a fianco dei sindacati metalmeccanici», hanno detto i deputati Arturo Scotto e Cecilia Guerra.

Il sindacalismo di base si appresta a bloccare l’Italia con le motivazioni più disparate. In primis la difesa di Gaza e l’ostilità a Israele. «No al genocidio palestinese; abbassano i salari, aumentano le spese militari; fermiamo le guerre, no all’economia di guerra; no ai tagli sulla sicurezza sul lavoro; basta morti sul lavoro», si legge sulla home page del sito della Confederazione italiana di base. La Cub info e spettacolo ha inserito nella piattaforma di rivendicazione anche «la questione del diritto alla libertà di espressione e pensiero nei luoghi di lavoro. Scioperiamo contro i metodi autoritari e contro la repressione del dissenso portata avanti dai padroni nei luoghi di lavoro e dal governo col “decreto sicurezza”. Scioperiamo per invertire il disegno autodistruttivo dell’umanità».

I colleghi di Usb, poi, hanno convocato una serie di presidi davanti agli stabilimenti di Leonardo a Torino, Napoli, Firenze, Roma e Catania. Con queste iniziative, i sindacati di base intendono denunciare il ruolo svolto da società a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza «nei conflitti in corso nel mondo e, contemporaneamente, smascherare la retorica che si va costruendo sulla presunta utilità dell’industria militare alla nostra economia». L’ex Finmeccanica è accusata di aver perseguito «negli scorsi decenni la dismissione di quasi tutti i settori produttivi civili, per dedicarsi al core business della guerra». Un ponte ideale verso la manifestazione contro il riarmo di domani, dove il «sindacalismo conflittuale» sarà il protagonista della manifestazione che dalle ore 14 partirà da piazza Vittorio Emanuele II, a Roma, alla quale parteciperanno Potere al popolo, centri sociali e proprio l’Unione sindacale di base. «Contro guerra e riarmo, sì al disarmo, fuori l’Italia dalla Nato, Israele Stato terrorist

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