Trento, la maglietta delle Br e la Renault 4 di Aldo Moro: esplode il caso

martedì 24 giugno 2025
Trento, la maglietta delle Br e la Renault 4 di Aldo Moro: esplode il caso
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Il clima d'odio domina la scena politica italiana: in Parlamento, in piazza e anche in Università. Arriva da Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d'Italia, l'ultima segnalazione di un fatto increscioso avvenuto a Trento, peraltro una delle "centrali ideologiche" della lotta armata degli Anni Settanta. 

"Denunciamo il pericoloso riaffiorare della simbologia delle Brigate rosse nell’ambito di una organizzazione studentesca di sinistra accreditata all’Università di Trento e gli episodi che in queste ore stiamo sottoponendo all’attenzione dei ministeri all’Interno e all’Università devono imporre immediate reazioni da parte dell’Ateneo e del rettore".

Questi i fatti: "Sui propri social Instagram la presidente del Consiglio studentesco nonché componente del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo trentino si è mostrata indossando magliette che mostrano la sigla delle Brigate Rosse, la stella a cinque punte odiosamente utilizzata come marchio per omicidi e attentati, ma come se non bastasse anche l’immagine della Renault 4 rossa che richiama l’omicidio del presidente Aldo Moro, ma ancora una pistola, un piede di porco, un passamontagna e addirittura l’immagine stilizzata di uno schermo tv in cui è ritratto il profilo dell’ostaggio prima della esecuzione. Al centro la scritta Barbie e la raffigurazione della celebre bambola. La maglietta risulta diffusa da un canale internet legato a un gruppo semiclandestino dal nome ‘Innioranza’ che ha prodotto un brano oscenamente inneggiante alle azioni delle BR ed all’omicidio Moro". 

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"Ora che questo armamentario apologetico del terrorismo omicida che ha lacerato l’Italia sia mostrato pubblicamente da una componente del Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, dove le Brigate rosse a opera di Renato Curcio e Mara Cagol videro la luce, impone una reazione ferma dell’Italia democratica - attacca l'onorevole di FdI -. Il caso è già stato denunciato ieri sera in un intervento a fine seduta della Camera dei Deputati".

La studentessa ha mostrato l'immagine sul proprio profilo Instagram, pubblicando "anche una foto di una vettura rossa che richiama una Renault 4, sempre la stessa dell’omicidio Moro, con ritratta una persona, forse lei stessa, riversa come a riprodurre la macabra scena nel baule aperto", sottolinea Urzì.

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"Un delirio insopportabile per la violenza di queste immagini che rendono incompatibile la permanenza dell’autrice negli organi di amministrazione della stessa Università e ai vertici del comitato studentesco nonché negli organismi di Unitin, organizzazione studentesca accreditata dall’Ateneo". Nei giorni scorsi la studentessa "era stata la prima sottoscrittrice assieme ad altre sigle di sinistra di una petizione per chiedere al rettore di revocare l’accreditamento di Azione Universitaria, l’unica organizzazione studentesca chiaramente orientata verso il centrodestra. Ora – conclude il deputato meloniano - tutto si inquadra in una ottica molto inquietante".

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