Pd, scandalo a Pisa: tessere comprate e operai albanesi

giovedì 3 luglio 2025
Pd, scandalo a Pisa: tessere comprate e operai albanesi
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Scoppia il caos a Pisa. Non bastava lo stop del congresso dem, ora a sollevare il polverone ci pensano i pacchetti di tessere comprati, gli iscritti albanesi di dubbia riconducibilità al Pd e la guerra nelle correnti. Tutto ha inizio quando Stefano Ceccanti, costituzionalista e iscritto a Pisa, annuncia un esposto. Il contenuto?  Gli dicono di non votare nel suo circolo perché c’è una discrepanza tra l’anagrafe degli iscritti e quanto certificato dalla commissione congresso. Ma poi altri votano. E lui fa ricorso ai garanti provinciali.

La vicenda, alquanto complicata, viene riassunta dal Fatto Quotidiano: "Alla base ci sono le ambizioni di Antonio Mazzeo, vice presidente dell’assemblea regionale, di ricandidarsi. Lo statuto toscano vieta il terzo mandato. Per farlo serve una deroga: e allora, lui ha bisogno che il partito pisano lo sostenga in pieno. Il suo candidato è Mario Iannella, area Bonaccini, che per inciso, ha appena vinto un concorso all’Università di Bari come ricercatore a tempo determinato nel dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’impresa, lo stesso dove insegna Nicola Pignatelli, uno degli avvocati di Mazzeo". Ecco allora che secondo il quotidiano di Marco Travaglio, Iannella si spinge ad anticipare i soldi per comprare alcune tessere con i soldi del circolo di cui è segretario. 

Lo dice lui stesso, prima che Marco Biondi, vicino a Dario Nardella, a un certo punto prende le distanze da Iannella e si candida anche lui. È a quel punto che vengono notati, tra i suoi sostenitori, alcuni operai albanesi, che sarebbero stati tesserati nei suoi cantieri (lui fa l’ingegnere). Iannella denuncia le irregolarità nelle tessere. Il colmo? Ci sono anche le sue. E così Iannella viene sospeso. 

Per cercare di riparare quello che ormai sembra irreparabile viene inviato un emissario regionale e un commissario nazionale. Non solo, perché il responsabile organizzazione del Pd, Igor Taruffi, si è confrontato con Marco Furfaro, riferimento di Elly Schlein in regione. L'obiettivo? Trovare una quadra sul controverso terzo mandato.

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